Ammonta a 19 mln di euro la somma per la prima emergenza riconosciuta dal Governo alla Regione Lazio a seguito del Decreto, contenente la dichiarazione dello stato di calamità naturale a causa della crisi idrica, firmato dal presidente Nicola Zingaretti il 5 luglio scorso.
Diverse le condizioni sui cui era stato costituito il testo del Decreto, a partire dalla diffusa e generalizzata criticità, connessa alla scarsità di risorsa idrica, dovuta alla mancanza di piogge autunnali, al punto da assumere livelli eccezionali nello scorso giugno.
Per queste ragioni, sono stati molti i Comuni che hanno trasmesso all’Agenzia Regionale di Protezione Civile richieste di approvvigionamento di acqua ad uso potabile e zootecnico, mentre – da parte loro – i gestori del servizio idrico integrato hanno prelevato oltre misura dai siti affidatigli in concessione.
La concomitanza di tali elementi ha costituito uno scenario sempre più preoccupante, scenario reso ancor più emblematico dalla inarrestabile variazione negativa del livello delle acque del lago di Bracciano mentre, in ambito agricolo, è cresciuta la rilevanza di danni alle colture, con una distribuzione omogenea sull’intero territorio della regione, con indicatori che hanno rilevato situazioni oggettive di generale depauperamento dei livelli della risorsa idrica potabile disponibile.
Questo quadro ha assunto tinte ancor più fosche con l’incedere della recrudescenza di incendi che, nel solo mese di giugno, hanno segnato sull’intero territorio laziale un incremento del 300% rispetto allo stesso periodo del 2016.
“Con la somma di 19 mln di euro per la prima emergenza – afferma il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti – sono state riconosciute la correttezza e la puntualità del lavoro svolto dai nostri uffici e, per questo, ringrazio l’attenzione e la sensibilità dimostrate da parte di Palazzo Chigi”.
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