Il Consigliere comunale Antonio Boncompagni interviene sulla vicenda acqua.
“Strano ma vero in questo momento in cui a Roma scoppia l’emergenza idrica con la siccità e i rischi che vive il Lago di Bracciano, nessuno, dalle nostre parti, ritiene doveroso riprendere la complessa questione delle Sorgenti reatine e nemmeno l’emergenza idrica che puntualmente penalizza ogni anno molti dei Comuni della provincia. Nessuno ritiene giunto il momento di risolvere una volta per tutte senza “la logica della barricata” la questione della concessione per lo sfruttamento del Peschiera e Le Capore e il collegato ristoro economico o in “opere di sviluppo” per la provincia sabina da parte del gestore romano”.
“Il ventilato raddoppio della quantità di acqua che mandiamo alla Capitale giustificato dalla siccità incombente impone una rapida e serena riflessione; quali le garanzie che non collassi il bacino? Quali i titoli di concessione visto che l’ultima è scaduta nel 1996? Problematica irrisolta questa della concessione che dal 2006 ad oggi ha visto diversi fallimenti politici, quello di Marrazzo e della Polverini, di Veltroni e di Alemanno. Tocca al territorio riprendere le redini della questione non controparte di Roma ma come soggetto paritetico a Roma” dice Boncompagni.
“Parimenti il discorso va allargato ai grossi profitti economici prodotti dallo sfruttamento idroelettrico dei Laghi del Salto e del Turano – regolati da un disciplinare che risale al 1952 – e dalla Centrale di Salisano; tutte attività a ritorno “zero” per la nostra provincia. Un punto a parte è la manutenzione delle dighe del lago del Salto e del Turano argomento di stretta attualità anche in relazione al recente rischio sismico. Su questi argomenti presenterò a breve un dettagliato ordine del giorno in Consiglio comunale su cui avviare una discussione quanto più serena e condivisa in grado di partorire proposte sostenibili di crescita territoriale nell’ottica della sinergia degli interessi locali e regionali” conclude il consigliere.
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