“Farfa è a secco”: manifestazione dei cittadini che ripercorrono le Gole del Farfa

“FarfaSorGente è un gruppo informale di cittadini, associazioni e amministratori che, da un mese, ha deciso di intraprendere un lungo percorso fondato su un’idea condivisa di sviluppo sostenibile per i territori del bacino idrografico del fiume Farfa, attraverso la costituzione di un Contratto di fiume”lo scrive la stessa associazione.

“Abbiamo scelto il Contratto di fiume perché lo abbiamo ritenuto il più idoneo tra gli strumenti volontari di programmazione strategica e negoziata che perseguono la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali, unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico, contribuendo allo sviluppo locale di tali aree. Purtroppo, però, dobbiamo essere coscienti che non c’è alcun fiume Farfa senza le sorgenti Capore. Sorgenti che erogano mediamente 4.500 litri di acqua al secondo, ma che da più di 40 anni sono quasi completamente captate senza alcuna concessione, relegando il Farfa a semplice torrente” aggiungono.

“La Regione Lazio, infatti, ancora oggi consente ad Acea S.p.a. di derivare addirittura una portata media di 4.700 litri al secondo ed una portata massima di 5.500 litri al secondo, senza concessione, senza alcun vincolo al rispetto del bilancio idrico e del deflusso minimo vitale per il fiume, senza l’approvazione delle aree di salvaguardia delle sorgenti, in poche parole senza l’attuazione della L.R. 5/2014 “Tutela, governo e gestione pubblica delle acque”” aggiungono.

“Il risultato è un fiume a secco (vedi foto allegate) e, quindi, addio a tutte le nostre buone intenzioni di promuovere turismo ecologico, enogastronomia di qualità, ricchezze storiche e culturali nate attorno all’acqua. Ma è ovvio che tutto ciò non avviene a causa della crisi idrica in atto, tra l’altro ormai una costante che si ripete ogni anno, ma perché fino ad oggi né la Regione Lazio né l’ATO2 hanno imposto ad Acea di ridurre le perdite di acqua dal 45% (pari cioè a quasi il doppio della portata prelevate dalle Capore) almeno al valore consentito per legge (20%). Ed è per questo che, domenica 30 luglio dalle ore 9,30, abbiamo deciso di percorrere la parte più significativa del fiume, le Gole del Farfa, un monumento naturale che costituisce un importante corridoio ecologico oggi quasi completamente distrutto. Dopo un pranzo al sacco ci sposteremo presso le opere di captazione che portano acqua a Roma dove idealmente presidieremo le sorgenti Capore e manderemo un messaggio alla Regione Lazio affinché avvii un procedimento per il rilascio della concessione, cointestata con il Comune di Roma, delle sorgenti Peschiera e Le Capore anche ai Comuni della Sabina interessati, in modo che possano tornare ad essere i guardiani di queste immense risorse naturali e beneficiare finalmente dei ristori economici dovuti ai costi ambientali e della risorsa da troppo tempo sostenuti” dicono dall’associazione.

“Manderemo anche un messaggio all’ATO2 e al Comune di Roma affinché non rinviino ulteriormente le opere per la riduzione delle perdite dagli acquedotti e al Ministro Galletti affinché rinunci a sostenere lo scellerato progetto di raddoppio dell’acquedotto Peschiera-Capore”  concludono.

Foto: RietiLife ©

 

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