Si è svolta sabato scorso la presentazione di «Strada dell’Amatriciana» durante l’evento Borgo Incontra, organizzato dalla Pro Loco di Borgo Velino nella persona del Presidente Michele Ferrauto e finanziata dal Consiglio della Regione Lazio e dal Comune di Borgo Velino.
Durante la serata è stato presentato il manuale di marketing territoriale redatto in collaborazione con la Sabina Universitas a mano di Jean-Philippe Vaquier per il marketing, Maria Soave Nardi per la comunicazione, Tatiana Marras per le scienze della montagna e Yorgos Vavatzianis per le certificazioni di qualità. Il manuale sarà uno strumento per gli enti e le aziende che parteciperanno al progetto.
Tra le autorità presenti il vicepresidente nazionale della Federazione Italiana dei Dettaglianti dell’Alimentazione Riccardo Guerci, che ha ribadito il coinvolgimento della Confcommercio di Rieti nel progetto, la coordinatrice regionale del Club Borghi più belli d’Italia Rachele Proietti che ha spiegato l’importanza di progetti che creino sinergie tra vari territori in questo anno dei Borghi del MiBACT, il Consigliere Regionale Daniele Mitolo che ha sostenuto il progetto attraverso la Sabina Universitas, ed il neoeletto vicesindaco di Rieti con deleghe alle attività produttive ed al turismo, Daniele Sinibaldi, che ha annunciato che Rieti assumerà una posizione di perno per il terriorio, attraverso questo progetto ed i cammini di fede, fornendo i servizi indispensabili per lo sviluppo turistico, vista l’assenza della Provincia, dovuta alla politica nazionale di riorganizzazione territoriale.
Strada dell’Amatriciana è un progetto realizzato da Boutegue Vaquier in collaborazione con la Confcommercio di Rieti e con il quale si intende legare l’offerta turistica reatina al brand universalmente conosciuto di Roma. In effetti, oltre all’amatriciana, molti elementi dell’identità del brand turistico romano hanno origini nella provincia di Rieti quali il Colosseo, costruito dagli imperatori Flavi originari di Cittareale, i pellegrinaggi francescani, la transumanza, le trattorie trasteverine, il brigantaggio e tanti altri. Per raggiungere questo scopo, è stato elaborato un percorso tematico che segue il filo logico della ricetta dell’amatriciana partendo dal sale di Ostia, ricercato già dai sabini per produrre le salumerie, l’olio della Sabina, usato per il sofritto del guanciale, il grano della Valle Santa, in particolare quello di Strampelli, che permette di preparare la pasta, il vino per sfumare, il guanciale ed il pecorino delle nostre montagne. Così, ogni tappa geografica corrisponde sulla Strada dell’Amatriciana ad un ingrediente della ricetta. Ma non solo, storicamente questa strada fu molto importante giacchè ai tempi della fondazione di Roma furono proprio le saline di Ostia a dare alla futura Caput Mundi il ruolo di supremazia nell’intero Centro Italia, ed era proprio quello che spinse i sabini a creare la via salaria.
Questo percorso enogastronomico sarà quindi anche un percorso culturale alla ricerca di tutti gli elementi che compongono l’identità reatina e che possono mettere in luce le eccellenze e le meraviglie del territorio sabino. Ma questo non sarebbe possibile se il progetto non puntasse ad usufruire del bacino di cinque milioni di abitanti e tredici milioni di turisti che rappresenta Roma, con una storica partnership siglata ad inizio anno dai ristoratori e alimentaristi romani con gli enti territoriali, le aziende e i ristoranti della Provincia di Rieti, nella sede nazionale di Confcommercio. Così, il brand della Strada dell’Amatriciana sarà veicolato a Roma da quelle strutture che hanno un legame storico o concettuale con la transumanza sabina.
Foto: BV ©