(di Paolo Giomi) A placare le voci, ma soprattutto le polemiche, attorno alla nota con cui l’Ater – l’agenzia regionale che gestisce l’edilizia popolare – comunicava l’imminente acquisto di una cospicua porzione della sede del Comune di Fara Sabina, per realizzare un non meglio identificato polo formativo di alto profilo, arriva una comunicazione altrettanto ufficiale, stavolta della Regione Lazio, con cui l’operazione non solo viene smentita, ma viene giudicata addirittura senza alcun fondamento di esistenza.
Parola di Fabio Refrigeri, assessore alla casa della Regione Lazio, che spegne sul nascere i ferventi ardori sia del commissario Ater Eliseo Maggi – già amministratore di Fara nelle giunte di centrosinistra – sia del sindaco del Secondo Comune della provincia, Davide Basilicata: “L’ipotesi di un polo formativo a Fara in Sabina, da costituire con fondi regionali destinati all’Edilizia residenziale pubblica, è ipotesi che non esiste – fanno sapere dalla Regione Lazio – Infatti, nell’odierna legislatura, in questo settore l’indirizzo regionale è sempre stato stringente, ponendo come obiettivo delle Ater, nessuna esclusa, quello di soddisfare esclusivamente le esigenze abitative di nuclei familiari che, avendone i requisiti, possano usufruire di un alloggio popolare idoneo al proprio livello reddituale: non altro”.
Parafrasando, i compiti dell’Ater sono quelli di costruire, quando non comprare, alloggi popolari sui vari territori, e gestirne l’assegnazione alle famiglie che ne hanno bisogno. Punto. Ogni altro tipo di attività non è attuabile. “Per tale ragione – prosegue la nota della Regione – in relazione alla paventata possibilità espressa dall’Ater di Rieti, di impegnare la rimodulazione di fondi per qualsiasi altra finalità, l’amministrazione regionale riafferma tale principio e, quindi, il proprio netto diniego nel rispetto della normativa vigente”.
Tramonta così ancor prima di nascere l’ipotesi di vendita – almeno all’Ater – di tre piani dell’edificio comunale di Fara capoluogo, dove è già partito il trasferimento di quasi tutti gli uffici presenti presso la delegazione di Passo Corese. Ipotesi, quella della cessione del Municipio di via Santa Maria in Castello, che aveva fatto saltare sulla sedia i partiti di centrosinistra, pronti a scendere in piazza contro l’ennesima azione di depauperamento del capoluogo comunale. “Nonostante le rassicurazioni a mezzo social ed i manifesti propagandistici, le casse del comune sono vuote e, per rimpinguarle, c’è la necessità di svendere il patrimonio immobiliare – scrivono in una nota le segreterie di Partito democratico, Sinistra Italiana, Comunisti italiani e Italia dei Valori – l’Ater ha cambiato oggetto sociale, non programmando più la costruzione di nuovi alloggi o l’acquisto a prezzi calmierati di abitazioni da destinare a residenza sociale ma è divenuto una sorta di Adisu, non si sa con quali risultati, dato che non si tratta di una facoltà o altra attività stabile ma, almeno da quanto appreso, si parla di generici corsi di formazione (una tantum, aggiungiamo noi). Oppure questa è solo una copertura per poter poi realizzare alloggi; il tutto mentre la parte alta del Comune di Fara Sabina continua a venire spolpata dei servizi essenziali, nonostante esprima ben 2 assessori (Giacomo Corradini e Paola Trambusti, ndr) e diversi consiglieri di maggioranza; Riteniamo che, proprio ora che si avvicina l’inaugurazione delle attività di Amazon che, a seconda di tutti, porterà un aumento di domanda di case, l’Ater, dovrebbe pensare prima di tutto a quello per cui è deputata, acquisendo immobili nella parte alta del comune, per riportarvi i residenti e non far ricadere sulla sola Passo Corese, l’aumento della popolazione. Per combattere questo atteggiamento a dir poco inqualificabile della maggioranza invitiamo la cittadinanza ad una mobilitazione, preannunciando già una manifestazione che terremo nel capoluogo”.
Foto (archivio): RietiLife©