Il caldo intenso delle ultime settimane si fa sentire negli animali da allevamento e nelle mucche ha ridotto del 20% la produzione di latte. Lo rileva in una nota la Coldiretti, sulla base del sistema di allerta caldo del Centro per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agricola (Crea).
I dati, rileva la Coldiretti, segnalano il “massimo grado di emergenza produttiva in molte aree del Paese, con rischi elevati di mortalità sulla base del Thi (Temperature Humidity Index), l’indice bioclimatico che permette di valutare la temperatura ambientale percepita dagli animali in relazione ai valori dell’umidità relativa dell’aria”.
A causa della siccità, prosegue la nota, “manca anche il fieno necessario all’alimentazione degli animali. Prati e pascoli sono a secco e non riescono a garantire l’alimentazione di mucche e pecore”, tanto che “in molte aree è stato necessario acquistare mangime e foraggi all’esterno per integrare la produzione aziendale”. Le difficoltà, si legge ancora, “registrano a macchia di leopardo lungo tutta la penisola, dagli alpeggi in Piemonte alla Pianura Padana fino alle aree colpite dal terremoto“. Per le mucche il clima ideale è fra 22 e 24 gradi e oltre questo limite gli animali mangiano poco, bevono molto e producono meno latte. Nelle stalle, intanto, gli abbeveratoi lavorano a pieno ritmo perché, spiega la Coldiretti, “ogni singolo animale è arrivato a bere con le alte temperature di questi giorni fino a 140 litri di acqua al giorno contro i 70 dei periodi più freschi”. Foto (archivio) RietiLife ©