“Gestione sisma centro Italia 2016, a chi le responsabilità?”. E’ la domanda affatto retorica che i comitati dei terremotati del centro Italia rivolgono alla vigilia di una nuova manifestazione “di piazza” annunciata per l’8 luglio, a Grisciano, con inizio alle ore 10. I cittadini riuniti in comitati esaminano, una a una, le problematiche ancora (e chissà per quanto) in piedi, chiedendo risposte che al momento non sono arrivate.
Spopolamento Centro Italia “Il nostro Governo ha aspettato nove mesi per poi dirci che per iniziare a mettere mano alle zone rosse e ai centri storici bisogna attendere almeno altri sei mesi, senza poter toccare nulla: quindi continuerà a piovere dentro le nostre case rotte, i danni aumenteranno a dismisura, i tempi di rientro si allungheranno. Le macerie non verranno toccate e i tempi per la ricostruzione si allungheranno ulteriormente. La promessa di costruire zone aggregative, in molte zone, nelle aree Sae, è stata infranta, mentre le richieste di poter avere aree camper è stata approvata solo sulla carta; rigettate quelle di poter installare case prefabbricate”.
Lavoro I comitati di Accumoli chiedono l’apertura dei centri commerciali per il ripristino delle piccole imprese, spiegazioni su “ingiustificabili ritardi, anomalie progettuali, assenza di parcheggi” e il miglioramento della viabilità.
Strutture abitative di emergenza “Siamo a giugno – dicono ancora – e tra promesse e rinvii gli sfollati sono ancora 5.300 circa, la situazione è drammatica”.
Patrimonio storico-culturale I cittadini stigmatizzano poi come le chiese e i monumenti dei loro territori siano andati distrutti “per i ritardi inqualificabili nella loro messa in sicurezza: siamo stati testimoni del loro crollo pietra dopo pietra fino alla loro distruzione”.
Ricostruzione I comitati chiedono inoltre il diritto a partecipare al processo di ricostruzione attraverso la formulazione di proprie idee e proposte, esprimendo preoccupazione “sulla mancanza di supporto scientifico alle decisioni strategiche che vanno delineandosi”.
Macerie La loro rimozione è considerata condizione essenziale perché si possa pensare di ricostruire.
Cimiteri I cittadini ricordano che “dal 7 novembre scorso sono state fatte solo coperture con teli di plastica”, che “la situazione igenico-sanitaria è a rischio” e che “nessun container promesso a gennaio 2017 è stato realizzato a protezione delle bare esposte dopo i crolli”. I comitati ne hanno anche per quel che riguarda l’ospedale Grifoni e la rete stradale e, soprattutto, per tutti quelli che fino a oggi non hanno fatto abbastanza perché i tempi non si allungassero in questa maniera. La lunga nota è firmata dai “cittadini stanchi dei territori di Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo”. (dal Corriere di Rieti) Foto: CORRIERE DI RIETI ©