Antonio Cicchetti è arrivato in piazza ed è salito sul palchetto sotto i portici, parlando poi ai presenti: “Abbiamo liberato la città da tutto quanto stava diventando. Abbiamo bisogno di pace e serenità per lavorare. Nessuno sia animato da spirito di vendetta o ritorsione per quanto ingiustamente abbiamo subito in questi anni. Noi siamo umanamente superiori. Saranno liberi i dipendenti comunali, i dipendenti di Asm. Ripristineremo tutte le libertà. Lavoreremo con alacrità per ricostruire quel tessuto che e’ stato strappato, uno spirito civico che è stato umiliato e asservito alla divisione trai cittadini. Per noi i cittadini sono tutti uguali. I cittadini di Rieti saranno tutti più liberi da domani e tutti più vicini a questo palazzo le cui porte resteranno sempre aperte. In questi anni abbiamo combattuto l’arroccamento nel palazzo. Con noi non ci saranno queste chiusure, il palazzo è dei cittadini. Sarò il sindaco per tutti. Sarò il sindaco per tutti. Non sarò il sindaco dei compromessi impossibile e delle adunanze irriguardose. Noi usciamo da una battaglia nella quale ogni giorno abbiamo conquistato un gradino e visto un raggio di sole in più. Una battaglia nella quale avevamo un formidabile schieramento contro di noi: comune, provincia, regione, palazzo Chigi. Senza posti di potere abbiamo vinto contro un sindaco che si presentava per la riconferma. È un dato politico rilevante.Abbiamo vinto per poco. Si può vincere di grandi lunghezze o di un voto. Ma la vittoria è assegnata anche quando si vince per un voto. Abbiamo combattuto una battaglia contro uno schieramento politicamente molto armato che non ha risparmiato l’uso di mezzi anche sgradevoli. I presupposti di questa vittoria sono la ricostruzione del centrodestra che era andato in frantumi in questa città.Quando si è posto il problema degli apparentamenti abbiamo detto no. Abbiamo voluto confermare gli intendimenti di quanti ci avevano seguito dall’inizio. I giovani che sono stai eletti non dovevano essere sacrificati per riesumante in comune vecchi arnesi dei quali abbiamo cancellato la memoria. Si comincia da qui per dire che abbiamo un’altra moralità. Quando ci si apparenta con chi si è combattuto fino al giorno prima si compie un atto moralmente squalificante. Solo chi è un combattente da riconoscere agli altri il valore del combattimento. Da domani al lavoro. Festeggiamo questa sera, ma domani seria e severa sobrietà del lavoro e dell’impegno civico”.
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