Il Rieti a un passo dalla serie C. Se lo augurano i tifosi e gli appassionati, ci lavora la società e su tutti patron Curci. La vittoria della post-season regala alla squadra amarantoceleste grandi speranze per il balzo tra i professionisti: terzo nella graduatoria ufficiale delle nove vincenti i playoff, dietro a Ciliverghe e Triestina, il Rieti sarebbe primo se queste due non volessero/non potessero presentare domanda di ripescaggio, per costi o regolamento.
La chance c’è, ma servono le garanzie economiche e i costi per iscriversi da non avente diritto in serie C sono altissimi: quasi un milione tra fondo perduto, due fidejussioni e iscrizione. Un bel prezzo, che il presidente Curci deve sommare ai costi di gestione sportiva (a cui togliere il rientro di vari aspetti, biglietteria, diritti tv e altro), alla comunque obbligatoria iscrizione in D e via discorrendo. E da solo non lo farà: per questo negli ultimi giorni il patron amarantoceleste ha dato vita a una serie di incontri con imprenditori non della città o del Reatino, per trovare un socio (o i soci). “Sono fiducioso” ha detto al Rieti Sport Festival nei giorni scorsi, dove non ha nascosto l’ottimismo per il ripescaggio del Rieti in serie C.
Tra una settimana il presidente potrebbe dire a pubblico e città cosa farà: anzitutto sul piano societario; se da questo ci saranno risposte positive si attenderà solo l’apertura dei termini per chiedere ufficialmente il ripescaggio e pagare quanto dovuto, lavorando così all’allestimento della rosa e all’ufficializzazione del tecnico (Paris ha detto che il suo progetto a Rieti è finito).
C’è anche l’ambizioso progetto di rimettere a nuovo ex Scia e antistadio, creando parcheggi, infrastrutture e un percorso sportivo, con la gestione degli impianti (già del Rieti insieme allo stadio) per cinque anni più cinque affidata proprio al club reatino. Sul restyling pende pure l’esito del prossimo ballottaggio.
L’entusiasmo c’è, le possibilità di C (così si chiamerà la terza serie) sono concrete. Ora deve maturare un progetto che chiede sostenibilità e unione d’intenti. Curci ha premesso di volersi muovere in questa direzione. Qualora non arrivasse un socio c’è comunque la D, di cui in casa Rieti non si parla per scaramanzia ma per la quale il club comunque lavora nel caso ci fosse qualcosa di storto.
Comunque sia, il Rieti almeno per un altro mese e mezzo – il tempo che passerà per vedere ufficializzati i ripescaggi – dovrà lavorare su una doppia strada, tra Interregionale e C. La speranza rimane quest’ultima, concreta quest’anno più di quelli passati. Non resta che aspettare e sperare.
Foto (archivio) RietiLife ©