(da Roma Today) ‘Ndrangheta e criminalità romana uniti in affari. Sei quintali di cocaina sequestrati, 54 persone raggiunte da un’ordinanza di custodia cautelare, 64 indagati. Sono alcuni dei numeri della Operazione Tempio che ha portato i carabinieri di Roma, in collaborazione con la guardia civil spagnola, a sgominare un traffico internazionale di droga che dal Sud America passava per la Spagna, per poi inondare il mercato romano della Capitale e quello nazionale.
LE ORGANIZZAZIONI ROMANE – Due le organizzazioni smantellate nell’ambito delle indagini, una con base operativa a Monte Spaccato, dedita alla vendita, l’altra, più trasversale, operante tra le zone di Torrevecchia, Primavalle, Casalotti e Borgata Ottavia, specializzata nell’importazione della sostanza stupefacente. Tra di loro anche un appartenente alla ‘ndrangheta, vicino alla cosca Filippone-Bianchino-Petulla che mediava gli affari per conto delle cosche reggine. La droga, che dall’Ecuador passava per Panama e poi per la penisola iberica, viaggiava nel vano motore dei generatori di corrente elettrica.
MODALITA’ MAFIOSE – A presentare i risultati della maxi operazione internazionale fra le forze di polizia italiane e quelle spagnole il Procuratore Aggiunto della Direzione Distrettuale Antimafia Michele Prestipino che ha spiegato come gli ‘affari‘ milionari tra la ‘ndrangheta e la criminalità romana siano frutto di un costante dialogo tra le organizzazioni che gestiscono i contatti con i fornitori in Sud America, per poi tessere contatti con altri narcotrafficanti operanti in Spagna al fine di far arrivare la cocaina, “di ottima qualità“, sino al mercato non solo romano ma anche di altre città italiane quali Napoli, Reggio Calabria, Spoleto, Forlì e Rieti.
54 INDAGATI – Alla base delle risultanze investigative i carabinieri del Comando Provinciale di Roma e dei Comandi dell’Arma territorialmente competenti, in collaborazione con gli investigatori della Guardia Civil spagnola, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip presso il Tribunale di Roma su richiesta della Procura della Repubblica di Roma – Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 54 persone, indagate a vario titolo di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, traffico e detenzione illegale di stupefacenti con l’aggravante delle modalità mafiose (art. 7 L. 203/91), cessione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Tra di loro anche tre cittadini panamensi, seguiti nei loro spostamenti dopo essere stati intercettati in un B&B della via Aurelia, a Fiumicino, per prendere il denaro ricavato dall’importazione della sostanza stupefacente.
INDAGINI A MONTE SPACCATO – Il provvedimento restrittivo si basa sulle risultanze acquisite dai Carabinieri nell’ambito di un’indagine, sviluppata negli anni 2014 – 2015, che ha consentito di sgominare un’associazione criminale finalizzata al traffico di stupefacenti, radicata nel quartiere capitolino di Monte Spaccato.
DINAMICHE CRIMINALI – Le attività investigative hanno consentito di ricostruire le dinamiche criminali dell’organizzazione diretta dal capo del gruppo di Monte Spaccato, nonché di identificare gli appartenenti al sodalizio investigato, dediti al traffico di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, marjuana ed hashish.
IL TRAMITE CON LA ‘NDRANGHETA – Tra i soggetti in contatto con il capo del gruppo di Monte Spaccato sono stati identificati tre fratelli romani attivi nel narcotraffico capitolino, legati a loro volta ad una quarta persona, contigua alla cosca “Filippone-Bianchinio-Petulla”, operativa a Cinquefrondi e Melicucco (provincia di Reggio Calabria) ed alleata della famiglia “Bellocco” di Rosarno (sempre in provincia di Reggio Calabria)
SEI QUINTALI DI COCAINA – Il lavoro degli inquirenti ha permesso di sequestrare, nel maggio 2015, 578 chili di cocaina – che avrebbero fruttato al dettaglio oltre 1.300.000.000 (un miliardo e trecento milioni) di Euro – importati dall’Ecuador per opera del ‘gancio‘ della ‘ndangheta a Roma e destinati al mercato italiano ed internazionale. La droga viaggiava in dei generatori di energia occultata al posto del motore degli stessi.
MONITORAGGIO DEGLI SPOSTAMENTI – Il costante monitoraggio degli spostamenti e degli incontri effettuati dai tre fratelli e dall’uomo della ‘ndrina ha permesso di individuare diversi soggetti che hanno operato in concorso con loro, tra i quali colui che è ritenuto responsabile dell’attività di spaccio dello stupefacente consegnatogli dall’uomo calabrese.
COSCA BELLOCCO DI ROSARNO – Tra i vari personaggi di rilievo emersi nel corso dell’indagine, inoltre, assume particolare importanza la figura di un altro calabrese all’epoca dei fatti reggente della cosca “Bellocco” di Rosarno, in contatto con i tre fratelli, ed un altro personaggio di spicco inserito nei contesti di narcotraffico romani.
ACQUISTO DROGA IN SPAGNA – Nel corso delle indagini, condotte con metodi classici e con l’ausilio di intercettazioni telefoniche ed ambientali, è stato ricostruito anche il tentativo di importazione in Italia di 15 chili di cocaina, condotto nell’arco temporale febbraio – maggio 2015 da uno dei tre fratelli, l’ex reggente della cosca Bellocco ed un terzo sodale delle organizzaziono romane.
COLLABORAZIONE ITALIA-SPAGNA – In questa complessa fase delle indagini, i Carabinieri di Roma, in virtù di una rogatoria internazionale avviata dalla Procura di Roma, hanno lavorato in strettissima sinergia con l’U.C.O. – Drogas de la Guardia Civil di Madrid che, nella mattinata odierna, in contemporanea all’operazione svolta dai Carabinieri, hanno arrestato in Spagna cinque soggetti responsabili del tentativo di importazione dei suindicati 15 chili cocaina.
I SEQUESTRI – Con gli arresti odierni si chiude un capitolo della storia del narcotraffico romano, che ha portato alla luce l’esistenza di organizzazioni strutturate nel traffico di droga nella Capitale, collegate a realtà delinquenziali di natura ‘ndranghetista che nel tempo hanno trovato terreno fertile a Roma e provincia. Foto: CC – Roma Today ©