Da mesi sono ospiti di strutture alberghiere a San Banedetto del Tronto. Sono gli sfollati di Accumoli che in una lettera inviata al Corriere di Rieti denunciano tutto il loro disappunto per la situazione di stallo che regna ad Accumoli. “Siamo arrivati a giugno e ancora stiamo in mezzo ad una strada. Dopo 10 mesi ancora non sono state costruite le casette che dovrebbero ospitare i residenti, tutto procede lentamente. Lo stato si è dimenticato di noi parcheggiati negli alberghi. Non ne possiamo più di vivere in camerette anguste senza conoscere il nostro domani”. Poi la stoccata a chi in questi mesi ha acceso le luci della ribalta solo su Amatrice.
“Naturalmente chi può ricordarsi di famiglie sfollate di un paese che nessuno conosce che ha avuto grande visibilità solo perché è stato l’epicentro del terremoto, ma che finita l’emergenza è tornato ad essere l’ultimo Comune del Lazio. Siamo arrivati ad un punto – scrivono gli sfollati di Accumoli – dove la gente comincia ad essere nervosa e stanca e con l’incubo di dover a breve cambiare l’albergo per destinazioni ignote. Le nostre camere sono strapiene tra gli oggetti salvati nelle nostre abitazioni e gli indumenti per tutte le stagioni. Il terremoto ha raso al suolo il nostro paese, nessuno se ne ricorda ormai più. Non solo siamo rimasti senza casa ma non ci viene fornito nessun punto d’appoggio per depositare quelle poche miserie salvate. Le persone anziane sono notevolmente preoccupate, insieme ai bambini di Accumoli che almeno nella disgrazia avevano avuto la possibilità di ricominciare a vivere insieme”.
Dal 15 giugno, dunque, gli sfollati ospiti dell’Hotel Relax di San Benedetto del Tronto dovranno lasciare la struttura. La proprietà, infatti, ha avviato i lavori di ristrutturazione dell’albergo in vista della stagione balneare con ovvi disagi per gli sfollati costretti a vivere tra la polvere e rumori assordanti. Le persone anziane sono molto provate, e gli studenti non riescono a studiare per mancanza di concentrazione. Insomma, una sofferenza. “Naturalmente – scrivono gli sfollati – il sindaco di Accumoli è all’oscuro di tutto e non rilascia dichiarazioni e anche dalla Regione Lazio ci informano su quello che sarà per noi dal 15 giugno in poi. Come è possibile arrivare a giugno e ancora non sapere dove tra poche settimane saremo alloggiati? – si chiedono -. Dov’è lo Stato, dov’è il sindaco, dove sono tutti quelli che piangevano sopra le nostre macerie. Dove sono finiti i soldi che ci sono stati donati? quando ancora dovremo aspettare per avere un alloggio tutto nostro?”.
Queste le domande che si pongono gli sfollati di Accumoli che dal prossimo 15 giugno saranno chiamati a lasciare l’albergo della costa adriatica che li ospita ma senza sapere ancora dove andranno a vivere. Ad Accumoli non di certo visto che le casette annunciate ancora non sono pronte e il paese è ridotto ad un cumulo di macerie esattamente come dieci mesi fa. Davvero difficile vivere così. (dal Corriere di Rieti) Foto (archivio) RietiLife ©