Domani, 23 maggio ricorre il 25esimo anniversario della strage di Capaci dove hanno perso la vita i magistrati Giovanni Falcone e Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Antonio Montinari e Rocco Dicillo, trucidati da “cosa nostra”. Servitori dello Stato che, come Falcone, hanno onorato il nostro Paese con abnegazione e dedizione assoluta al lavoro, sacrificando la propria vita personale per un senso dello Stato così alto da apparire, oggi, quasi anacronistico.
“L’associazione Nazionale Magistrati di Rieti vuole, invece, in questo giorno ricordare quel sacrificio, perchè sia ancora d’esempio anche per le nuove generazioni di colleghi che, nelle piccole stanze dei palazzi di giustizia di ogni parte d’Italia dedica, spesso in solitudine e senza adeguate risorse, gran parte del proprio tempo al servizio della giustizia. Quel sacrificio deve essere, altresì, da monito per i cittadini italiani, nonostante il tempo delle stragi appaia ormai lontano, perchè “cosa nostra” non è solo lupara e sangue, ma si nasconde in ogni piega del nostro vivere quotidiano, dei nostri affari, delle nostre conoscenze, si cela nei mille rivoli delle connivenze e dell’omertà” scrive la sottosezione Anm.
“Crediamo, come da altri sostenuto, che la santificazione post mortem sia un esercizio sterile se non si comprende la grandezza di un uomo quando è lì davanti a noi. Ecco perchè il 23 maggio i magistrati del Tribunale e della Procura di Rieti dedicheranno un minuto di silenzio in apertura delle udienze per commemorare l’uomo ed il collega Giovanni Falcone. Perchè “gli uomini passano, gli ideali restano. Restano le loro tensioni morali, che continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini” (G. Falcone)” conclude l’Anm Rieti. Foto (archivio) RietiLife ©