Tra i settemila partecipanti all’incontro con Papa Francesco nella mattina del 06 maggio, vi era anche una cinquantina di alunni dell’Istituto Magistrale di Rieti guidati dal dirigente scolastico prof .ssa Gerardina Volpe. L‘iniziativa è stata organizzata nell’ambito del “Meeting Nazionale delle scuole per la pace, la fraternità e il dialogo”.
Nella grande e accogliente aula dedicata a Papa Paolo VI, hanno trovato posto tantissimi giovani, bambini e docenti di tante scuole d’Italia per incontrare Papa Bergoglio, il quale ha suscitato in tutti forti emozioni e tanta allegria. Dopo un intermezzo musicale, alcuni interventi da parte degli organizzatori e le parole di Valeria Fedeli, ministro della Pubblica Istruzione, il Pontefice non si è sottratto ai quesiti postegli da cinque studenti e un docente. Cosa sta succedendo ? Questa la domanda fondamentale posta al Papa rispetto a importanti problemi che riguardano l’umanità intera e ogni singolo uomo: la custodia del creato, il rispetto dei più deboli, la discriminazione di alcune categorie sociali, la diffusa povertà. Sembra non avere mai fine la fame di denaro e di potere. Cosa sta succedendo ?
Terribile il paragone che il Santo Padre ha fatto per rispondere a questa domanda: la madre, la vera madre, genera vita, un termine così importante non può essere paragonato ad una bomba, come purtroppo in questi giorni si può rintracciare in tanti giornali.
Chiarezza, serietà, responsabilità e soprattutto dialogo, sono invece i pilastri ai quali guardare con fiducia e sui quali la scuola deve investire per vincere la sfida educativa che ogni giorno affronta costruendo così la cultura della Pace. Forti parole espresse con una semplicità e chiarezza quasi disarmante, tanto da giungere con immediatezza ed efficacia al cuore di tutti. Papa Francesco ha narrato anche alcuni aneddoti della sua vita di bambino, richiamando così la necessità del dialogo e dell’ascolto, aspetti purtroppo che hanno perso cittadinanza nei confronti tra politici “che si tirano pietre” e nella vita quotidiana di molte persone.
Lo sfruttamento dei minori e la questione dell’immigrazione, ritenuta dai sociologi la tragedia più grande dopo la II guerra mondiale, dovrebbero essere al centro delle politiche mondiali, come anche il deciso impegno contro i mercanti di armi e di esseri umani. Mitezza e coraggio, ha continuato il Papa, devono essere gli stili espressivi di chi è contro “il terrorismo delle parole”, perché le parole sono come le bombe, si lanciano e distruggono le persone. “Mordetevi la lingua e abbiate il coraggio di essere artigiani di Pace”, questo uno dei messaggi che Bergoglio ha trasmesso a tutti i partecipanti, grandi e piccoli, ribadendo, citando la grande Mina, che solo con le parole non si va nessuna parte.
Una giornata intensa caratterizzata dall’incontro con un Papa che lascia il segno, un’occasione per gli studenti per vivere una significativa sintesi dei lavori svolti nell’anno scolastico legati al tema della pace e della fraternità, un’esperienza che certamente verrà gelosamente ricordata ogni alunno e dai docenti coinvolti.
(Testo e foto a cura dei ragazzi di “Reporter a Scuola”: LorenzoEsposito, Sara Principi, Marialuisa Ciavatta, Marcolina Mostarda) Foto: EPN ©