All’Abbazia di Farfa la Sala Shuster era stracolma per la presentazione da parte dell’imprenditore Stefano Fassone, da tempo impegnato sulla promozione di un turismo slow, della nuova carta escursionistica dei Monti Sabini Settentrionali che comprendono i cammini dalla Cascata delle Marmore all’Abbazia di Farfa, un progetto promosso dal CAI Lazio-Umbria con il patrocinio della Comunità Montana Sabina. Il 21 aprile si sono ritrovate qui 150 persone tra sindaci, autorità ecclesiastiche, escursionisti, soci CAI e imprenditori per ascoltare le novità in questo settore del turismo lento che piace agli stranieri e che sta sviluppandosi sempre più come brand tra i camminatori ed escursionisti italiani.
Ecco perché la rete dei Cammini nel Lazio, se ben strutturata, segnata e pubblicizzata, può diventare un’occasione di sviluppo economico sul piano della ricettività turistica di questi anni. La consigliera regionale del Lazio Daniela Bianchi, vicepresidente della Commissione Cultura e co-firmataria del testo di legge regionale sui Cammini appena approvato (L.R. 2/2017), lo ha dichiarato chiaramente: “accendere un faro sulle province e sui luoghi lontani da Roma, porterà, grazie alla creazione di una rete sui Cammini, a riconoscere il valore del paesaggio e a scoprire posti minori ma incantevoli, intrisi di storia e cultura. Tutto questo per dare impulso a quella che io chiamo l’economia della bellezza fatta soprattutto di un turismo lento, la cui richiesta in Europa è in costante crescita”.
Si è visto che i sentieri sono importanti salvavita quando accadono i terremoti, diventando come è stato per Amatrice gli unici percorsi sicuri, segnati e riconoscibili per raggiungere alcune zone impervie, o isolate a seguito del sisma. I sentieri e la loro segnaletica verticale sono dunque di pubblica utilità. “Obiettivo del CAI Lazio”, ha detto Fabio Desideri, “è creare una database completo dei sentieri della rete CAI con tracciato GPS che è certificato, consultabile e scaricabile da internet. La stima del tracciato nel Lazio è di 8.000 km complessivi, tra quello che già c’è e quello che si sta mappando”. Percorsi religiosi, escursionistici, storici e sentieristica naturale saranno quindi inseriti in un unico catasto e saranno gestiti all’interno di un’unica politica di sviluppo. Non è un caso che nel 2015 sia stato stretto un accordo tra Ministero dei Beni Culturali e CAI per la valorizzazione della rete sentieristica e dei rifugi montani per un turismo sostenibile e responsabile, dando al CAI il compito della segnaletica uniformata e ai sindaci la manutenzione del territorio per custodirlo e frequentarlo in maggior sicurezza. Il territorio italiano è caratterizzato da circa 65.000 km di sentieri percorribili a piedi, i quali costituiscono tra coste, colline, pianure e monti, l’ossatura infrastrutturale di turismo ed escursionismo sostenibile e compatibile con l’ambiente.
E la consigliera Bianchi conclude: “Grazie a chi ha organizzato l’iniziativa e ai tanti che in questi mesi hanno collaborato con gli enti locali per suggerire i tracciati ufficiali, mettendo fine al caos attuale che vede, ad esempio, tratti di via Francigena sparsi su strade non certo adatte ai camminatori. Tutta la rete infatti sarà percorribile solo a piedi o in bicicletta, per alcuni tratti a cavallo, consentendo anche alle persone con disabilità di accedere ad alcuni percorsi. Ci sarà infatti un piano di interventi triennale scritto dal basso, con il contributo del Forum e del Coordinamento, finanziato inizialmente con 700mila euro di fondi regionali. Altra novità introdotta dalla legge è il pubblico interesse dei tracciati, che renderà transitabili anche parte dei percorsi appartenenti a privati. Sul fronte dell’accoglienza vengono istituite le “case del camminatore” che potranno dare vitto e alloggio ai camminatori e che dovranno trovarsi a non più di 500 metri di distanza dai cammini. Altra forma di accoglienza sarà rappresentata dal narratore di comunità, non una guida tecnica ma una figura in grado di raccontare le storie, le tradizioni e l’identità delle comunità incontrate dai camminatori.”
In definitiva, il Lazio nell’Appennino Centrale sarà davvero il cuore pulsante della Terra dei Cammini, fornendo un’opportunità di lavoro agli abitanti del territorio quanto più riusciranno a unirsi in un sistema di rete. (di Ines Millesimi) Foto: CAI ©