(di Paolo Giomi) Mentre dall’altra parte del Tevere, a Passo Corese , si attende con ansia l’avvio delle procedure di selezione per gli inserimenti lavorativi nel nuovo centro distribuzione di Amazon (iniziativa vista quasi come panacea di tutti i mali della claudicante provincia di Rieti), a Fiano Romano – 4 chilometri scarsi in linea d’aria, e in area metropolitana di Roma – il comparto industriale-logistico dell’area mostra i suoi primi guai seri. E non tanto negli investimenti, o nei fatturati delle aziende presenti sul posto – che anzi, numeri alla mano, sono in netta ripresa – quanto nelle condizioni lavorative dei tanti addetti delle cooperative che fanno logistica per grandi gruppi italiani ed internazionali.
Chiedere, per credere, ai lavoratori delle cooperative “2Erre” e “Pac 2000 Conad”, che gestiscono le attività logistiche dei gruppi Conad e Todis nell’area industriale. E che da sabato mattina, dopo gli scioperi dei giorni scorsi, hanno avviato un presidio permanente per protestare contro le condizioni lavorative imposte dai “padroncini” delle coop.
Le richieste dei lavoratori sono riassunte nella nota resa pubblica dai rappresentanti Cobas dei lavoratori, che scrivono: “A seguito dell’indifferenza mostrata nei confronti dei lavoratori e delle loro giuste richieste circa la corretta applicazione delle condizioni normative e salariali previste nel contratto nazionale di categoria e non applicate presso il magazzino di Fiano Romano, che è una delle più grandi piattaforme distributive d’Europa del marchio Conad, i lavoratori continueranno la lotta per una giusta e dignitosa retribuzione, corrette erogazioni mensili, l’ottenimento della tredicesima e della quattordicesima, il riconoscimento degli scatti di anzianità, la corretta applicazione della normativa sulla salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, il riconoscimento al 100% delle indennità di malattia e di infortunio, il corretto livello professionale.
Quello che i lavoratori della 2 Erre stanno subendo ormai da anni – proseguono i sindacalisti – è quello che stanno subendo tutti i lavoratori dell’intero settore della logistica, l’anello debole di una catena di appalti e subappalti, caratterizzata dalla mancata applicazione dei contratti nazionali, da lavoro nero e da ricatti subiti dalle maestranze ad ogni cambio tu appalto. Una catena organizzata dai colossi della grande distribuzione delle spedizioni e delle vendite online, per garantire profitti alle stazioni appaltanti e a coloro che dirigono migliaia di pseudo-cooperative che gestiscono in appalto il lavoro nei grandi magazzini”.
Richieste più che mai legittime, che sembrano però scontrarsi con l’imprenditoria vigente, alla quale chiede ora risposte concrete anche il sindaco di Fiano Romano, Ottorino Ferilli, sceso in piazza al fianco dei lavoratori. “Siamo e saremo sempre al loro fianco – dice Ferilli – dal 2011 stiamo portando avanti una battaglia per i diritti dei lavoratori coinvolgendo chi deve dare risposte serie e responsabili nelle sedi parlamentari. Il sistema delle cooperative spurie che ledono la dignità dell’uomo deve essere smantellato. Possiamo farlo senza separazioni né lotte politiche. E che i sindacati restino tutti uniti. Il costo del lavoro esternalizzato deve essere congruo e in linea con i parametri legislativi. L’opacità e il basso costo determinano poi lo sfruttamento della forza lavoro. E oggi un padre di famiglia, una madre di famiglia per lavorare rischiano di accettare situazioni precarie e a volte anche pericolose. Questo è un paese che deve garantire lavoro e dignità. Noi come amministrazione combatteremo questa battaglia in tutte le sedi più opportune, dalla piazza al palazzo”.
Dall’altra parte, versante Passo Corese, dove sono già tante le preoccupazioni per quanto trapelato in varie latitudini sulle condizioni dei lavoratori dei centri Amazon d’Europa e del mondo, il colosso del commercio online ha garantito trattamenti salariali tra i più alti della categoria. E tutele. La speranza, in questa fase delicata, è che chi è deputato al controllo della qualità del lavoro nel nuovo hub di Passo Corese faccia quello che deve fare, per evitare quanto sta accadendo in questi giorni dall’altra parte del fiume, ad una manciata di chilometri.
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