(di Alessandra Massi – Ansa) I paesi del Centro Italia feriti dal terremoto rivivono nelle uova di Pasqua artigianali realizzate da pasticceri di Visso e Tolentino. La strada principale di Amatrice sormontata dal campanile, la Rocca di Arquata del Tronto, l’inconfondibile profilo di Castelluccio di Norcia con sotto la fioritura, la piazza principale di Visso intatta, il castello di Caldarola, il profilo di San Severino Marche: alcuni di questi scorci non esistono più, ma sono dipinti, belli come prima, su un uovo alto 1,20 metri, esposto nella pasticceria ‘Mimosa’ di Tolentino e creato dal titolare Roberto Cantolacqua, l’unico appartenente nella provincia di Macerata all’Accademia dei Maestri Pasticceri d’Italia.
Cantolacqua ha utilizzato circa 50 kg di cioccolato per l’uovo coperto da una sostanza a base di zucchero sul quale ha poi lavorato con colori alimentari l’artista Marisa Rocci. Il pasticcere ha poi aggiunto decorazioni di fiori e rocce con una lavorazione “a cornetto” di ghiaccia reale, e sopra, in tre dimensioni, il torrione di Tolentino che fa parte delle mura della città, pesantemente danneggiato dalle scosse. Una fatica d’amore a beneficio del proprio territorio e di tutti quelli colpiti dal sisma: l’uovo costa 3.500 euro, difficile che lo compri un acquirente normale, ma Cantolacqua spera in qualche benefattore e intanto sta facendo la sua parte per ricordare i danni del terremoto. Sempre alla ‘Mimosa’ è stato realizzato un uovo-scultura, creato da Francesco Flammini, 25 anni, figlio dei titolari del Caffè Sibilla di Visso, crollato con le scosse di fine ottobre, e da Stefano Rullo, 23enne, che lavora nella pasticceria tolentinate.
Da Tolentino è finito nella vetrina della gioielleria Vhernier a Milano, dove è esposto fino a Pasqua. Cinquanta kg di cioccolato e poco più di un metro d’altezza per riprodurre in scala i monumenti del centro di Visso: “la chiesa e il museo sulla piazza, i giardini pubblici con il laghetto, le torri” spiega Flammini all’Ansa. Le applicazioni sono realizzate con pasta di zucchero, ghiaccia reale e cioccolato bianco. Sotto c’è lo stemma di Visso e sulla base la ‘firma’: una S e una F intrecciate. Il lavoro dei due giovani pasticceri, amici fin da bambini, ha ricostruito minuziosamente tutti i più piccoli particolari della cittadina devastata dal terremoto, dall’acciottolato alle piante, ai fiori. Anche in questo caso un lavoro dettato dall’amore per la propria terra “senza preoccuparci del risultato commerciale”. Che però ha attirato l’attenzione di un grande imprenditore, il quale a sua volta ha promosso l’esposizione a Milano. L’uovo di Francesco e Stefano è diventato l’immagine di una società, “I mastri artigiani di Visso”, che ha l’obiettivo di riaprire alcune attività produttive della cittadina. Foto (archivio) RietiLife ©