(s.v.) “Oggi più che mai abbiamo bisogno di percepire l’odore di Cristo”: con la Santa Messa del Crisma celebrata dal vescovo Domenico in cattedrale nella serata del Mercoledì Santo hanno preso avvio le celebrazioni liturgiche che ci avvieranno alla Pasqua. La messa crismale ha il suo cuore nella benedizione del crisma e degli altri oli santi, al termine della celebrazione ritirati dai sacerdoti della nostra diocesi per essere portati nelle comunità parrocchiali ed utilizzati per i sacramenti nel corso dell’anno.
Nella Chiesa cattolica il crisma è l’olio misto a profumo che viene utilizzato nei sacramenti del battesimo, della confermazione e dell’ordine, e viene consacrato in ogni diocesi una volta all’anno dal vescovo durante la solenne messa durante la quale vengono benedetti l’olio dei catecumeni e l’olio degli infermi. Si tratta di una tradizione religiosa antichissima i cui ingredienti sono rigorosamente indicati – e immutati nei secoli – nel Cantico dei Cantici dell’Antico Testamento, tanto che la miscela dell’unguento composta da una mistura di olio di oliva ed essenze profumate di origine naturale fu dettata direttamente da Dio a Mosè, durante l’esodo dall’Egitto. «Prepara l’olio per ungere gli eletti», disse il Signore a Mosè, indicando il cinamonio, la cassia, la mirra, la canna odorifera e la cannella, essenze che devono impregnarsi nell’olio vergine d’oliva”. Fortemente simbolico l’utilizzo di quest’olio, ricchezza delle nostre terre, che come ha ribadito il vescovo Pompili durante l’omelia “è un segno importante e dice il vero e proprio alimento fondamentale, più ancora del pane quotidiano, perché alla base del nutrimento umano. E, al contempo, è anche la medicina che ridona al corpo forza, ristoro e pace. Ben oltre questa sua funzione alimentare e medica, l’olio è anche un fattore di bellezza, espressione della gioia di vivere. Si capisce allora perché l’olio sia accostato alla forza vitale di Dio e che Cristo sia il nome di Gesù che significa appunto l’Unto”.
Bacche, essenze, radici e foglie che, miscelate con gli altri quaranta ingredienti, debbono dare all’olfatto la sensazione del Crisma, che poi non è altro che uno dei tantissimi nomi con cui è conosciuto nel mondo Gesù Cristo , ovvero profumo olezzante di bontà, amore, purezza, distillato per eccellenza nel quale si debbono fondere e diffondere su tutti i profumi della terra. La preparazione del Crisma richiede tempi lunghi – addirittura una bollitura di 48 ore – , e un lavoro segreto, tramandato da millenni di sacerdote in sacerdote, che consente all’unguento di diventare una mistura solida e profumatissima.
Il crisma utilizzato nella Diocesi di Rieti contiene tra le altre essenze quella del fiore di bergamotto, che sta a simboleggiare l’amore puro e viene usato moltissimo nelle preparazioni cosmetiche e nelle profumazioni d’ambiente, poiché secondo l’aromaterapia predispone l’animo all’ottimismo ed alla gioia aiutando a combattere stress emotivi e malinconia. L’unguento della nostra Diocesi proviene da Locri-Gerace, dove si produce in terreni confiscati alla mafia. Foto: Massimo RENZI ©