Fara Sabina, il consiglio approva tra le polemiche la privatizzazione della farmacia di Borgo Quinzio

 

(Paolo Giomi) L’amministrazione Basilicata avvia l’iter che porterà alla cessione a privati della farmacia comunale di Borgo Quinzio. Sono state approvate in consiglio comunale, non senza polemiche, le linee guida che porteranno al bando rivolto ai privati per l’esternalizzazione del servizio in dote al Comune. Un provvedimento in merito al quale l’amministrazione farense non ha mai fatto mistero. Anzi. La privatizzazione della farmacia di Borgo Quinzio era uno dei punti fondamentali del programma elettorale del Basilicata-bis. Che ora, con il passaggio consiliare, diventa realtà.

Con tutte le polemiche che ne sono scaturite. Già nei mesi in cui la privatizzazione della farmacia fece capolino nel dibattito politico, non mancarono iniziative di protesta da parte dei gruppi di minoranza, dentro e fuori il consiglio comunale: emblematica, in tal senso, la raccolta firme organizzata lo scorso anno dalle segreterie comunali di Sel-Sinistra Italiana e Comunisti Italiani. Che non è riuscita a stoppare la marcia dell’iniziativa, giunta ora ad uno snodo cruciale.

Critiche ripetutesi nel corso del consiglio comunale di giovedì mattina: sia il gruppo Fara Bene Comune che quello del Movimento 5 Stelle hanno espresso una netta contrarietà al provvedimento, criticando l’operato della giunta Basilicata. Immediata, dopo la seduta dell’aula, anche la presa di posizione del Partito democratico, con il neosegretario Stefano Agneni che in una nota scrive:“L’amministrazione Basilicata ha motivato la scelta basandosi soprattutto sulla redditività in calo degli ultimi anni, a causa dei reiterati interventi sul prezzo dei farmaci garantiti dal servizio sanitario nazionale, e non prendono minimamente in considerazione l’altissimo valore sociale della farmacia pubblica. Negli ultimi sei anni il fatturato della farmacia è sceso di circa il 30%, e visto che a sentire chi governa Fara è così per tutte le farmacie, ci chiediamo, da un lato, se i farmacisti sono un’ulteriore categoria da aggiungere ai nuovi poveri, e dall’altro quale utilità avrebbe un privato a investire in un settore così difficile e così scarsamente redditivo. Ci chiediamo inoltre – scrive ancora Agneni – se questa situazione sia responsabilità del servizio sanitario nazionale o della Regione Lazio, come vuol fare credere l’amministrazione Basilicata, oppure non appaia in tutta la sua evidenza l’incapacità dell’azione amministrativa della giunta o peggio non vi sia una deliberata volontà di distruggere un servizio pubblico che generava cassa per il bilancio del Comune. Come evidenziato dal gruppo consiliare Fara Bene Comune, l’operazione è una svendita e di fatto un regalo per il privato che vincerà il bando. Aggiungiamo anche – prosegue Agneni – l’errore di non prevedere una percentuale per l’Ente per ogni incremento di fatturato e il danno ai cittadini è fatto”.

Non manca poi una stoccata al terzo gruppo di minoranza, Fara in Movimento, e al suo consigliere ed ex candidato sindaco Giorgio Giovannelli, che a sorpresa ha votato a favore del provvedimento di esternalizzazione della farmacia.

“Per l’ennesima volta abbiamo assistito su questo punto, come su tutti gli altri posti all’ordine del giorno, al tentativo del consigliere del gruppo Fara in Movimento di accreditarsi presso la maggioranza consiliare – tuona ancora Agneni – dimostrando, se mai ce ne fosse stato bisogno, che la sua lista era ed è stampella della giunta Basilicata”.

Foto (archivio): RietiLife ©

 

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