Andrew Howe, Maria Enrica Spacca, Maria Benedicta Chigbolu, Erika Furlani e Daniele Cavazzani. Il movimento dell’atletica reatina sbarca agli Europei Indoor di Belgrado con cinque punte, atterrate stamattina in Serbia. Gare al via da venerdì.
(da fidal.it) Ventisei atleti, ventisei storie. Ultimi giorni di attesa per l’Italia dell’atletica che, da venerdì 3 a domenica 5 marzo, scenderà in pista ai Campionati Europei Indoor di Belgrado. Della squadra azzurra selezionata dal Direttore Tecnico dell’Alto Livello Elio Locatelli fanno parte 15 uomini e 11 donne che andranno a coprire 9 gare maschili e 6 femminili. Il settore con più italiani in gara è quello dei salti, 11 in tutto: 4 altisti, 4 lunghisti e 3 triplisti. Significativo il dato dell’età media della squadra: 25,28 (25,48 per gli uomini e 25 per le donne) spaziando dal veterano Fabrizio Donato (classe 1976) al ventenne Christian Falocchi. Compleanno in trasferta per un’azzurra: è la velocista Gloria Hooper che il 3 marzo a Belgrado spegnerà 25 candeline.
L’atleta con il maggior numero di “caps” è, dall’alto della sua esperienza, il bronzo olimpico del triplo Donato che in carriera ha collezionato 42 maglie azzurre, mentre al femminile il nome è quello della staffettista Maria Enrica Spacca (22). Oltre all’altista Falocchi sono, invece, altre quattro le matricole al debutto in Nazionale senior: Yassin Bouih (20 anni, 1500m), Filippo Randazzo (20 anni, lungo), Daniele Cavazzani (24 anni, triplo) e Lucia Pasquale (22 anni, 4×400). L’Italia ritrova un azzurro nelle prove multiple grazie a Simone Cairoli. Il 27enne lombardo lo scorso weekend ai campionati francesi di Bordeaux ha raggiunto 5824 punti, primato personale e quinto eptatleta italiano di sempre. Era da Torino 2009 con William Frullani che un azzurro non prendeva parte agli Euroindoor; prima ancora era stata la volta di Cristian Gasparro a Vienna 2002.
Tre lunghisti e tutti italiani nelle prime tre posizioni del ranking stagionale tra gli iscritti alla rassegna continentale: Marcell Jacobs (8,07), Filippo Randazzo (8,05) e Andrew Howe (8,01). Curiosità per la prova del ventenne Yeman Crippa nei 3000 metri dopo la gara maiuscola di Birmimgham che l’ha visto riscrivere, dopo 35 anni, il record italiano assoluto dei 5000 metri indoor (13:23.99). Al via, nella 4×400, la staffetta azzurra femminile: tra le selezionate Maria Benedicta Chigbolu, Ayomide Folorunso e Maria Enrica Spacca, che alle Olimpiadi di Rio hanno realizzato il primato italiano conquistando la finale, chiusa al sesto posto.
Quattro dei convocati dell’Italia Team hanno già conosciuto l’emozione del podio agli Europei Indoor: anche qui il leader è Donato, oro a Torino 2009 e argento con record italiano (17,73) a Parigi 2011. Una sola partecipazione, ma subito ai massimi livelli per Howe: oro a Birmingham 2007, anche in questo caso – come la sua attuale guida tecnica Donato – con il primato nazionale indoor (8,30). Dei medagliati azzurri della precedente edizione sarà in pedana l’altista Silvano Chesani, argento a Praga 2015. Ai blocchi di partenza anche il recordman dei 60 metri Michael Tumi, bronzo a Goteborg 2013 e quarto due anni fa.
In squadra non mancano nemmeno primi della classe in fatto di studi universitari: dal triplista ingegnere Cavazzani all’eptatleta informatico Cairoli, passando per i due aspiranti medici Bongiorni e Folorunso, fino allo studente di marketing Lambrughi e all’esperta in relazioni internazionali Strati. Un po’ di geografia delle maglie azzurre che attraversano idealmente tutto il Paese. La regione più rappresentata è il Lazio con 6 atleti (Donato, Howe, Cavazzani, Chigbolu, Furlani e Spacca) seguita dai 5 della Lombardia (Falocchi, Fofana, Lambrughi, Jacobs, Cairoli) e dai 4 del Veneto (Tumi, Hooper, Strati e Viola). Tre presenze a testa per Emilia Romagna (Bouih, Capponcelli e Folorunso) e Trentino (Chesani, Crippa e Lorenzi). Un atleta in Nazionale, infine, per Campania (Derkach), Piemonte (Razine), Puglia (Pasquale), Sicilia (Randazzo) e Toscana (Bongiorni).
Nella foto, Andrew Howe intervistato all’aeroporto di Belgrado. Foto: FIDAL ©