(di Sabrina Vecchi) Il noto critico d’arte Vittorio Sgarbi come di consueto non le manda a dire, tantomeno quando si tratta di tutela del patrimonio artistico. Stavolta, nella rubrica che tiene regolarmente sul settimanale “Oggi” diretto da Umberto Brindani, il professore si occupa dei beni artistici di Amatrice, a suo dire non tutelati come avrebbero dovuto dopo la prima forte scossa del 24 agosto.
Queste le parole di Sgarbi:”Era giusto dare tempo, ma a sei mesi dal terremoto di Amatrice qualche prima valutazione sull’efficienza degli interventi con cui lo Stato sta assistendo i luoghi disastrati di può cominciare a farla. In questo senso, non depone a favore la campagna mediatica con cui le autorità di competenza hanno presentato la presunta messa in sicurezza della chiesa di Sant’Agostino, di cui è rimasto un brandello di portale e poco più. Non era così dopo il sisma di agosto, quando le capriate, il campanile e buona parte delle pareti laterali, dotate di decori pittorici, erano rimasti in piedi, sebbene lesionati. È solo in gennaio che sono crollati, per via di altre scosse. Cosa si mette in sicurezza, allora, le macerie cadute? Chi doveva sovrintendere per tempi alla sua sicurezza, allora, le macerie cadute? Chi doveva sovrintendere per tempo alla sua sicurezza, adesso chiude la stalla quando i buoi sono già scappati. Spacciare una dimostrazione di inefficienza per altro è piuttosto penoso. La ricostruzione la faranno i fatti, non i comunicati-stampa”. Foto (archivio) RietiLife ©