La sequenza sismica che sta interessando l’Italia centrale dal 24 agosto scorso ha visto fin da subito una grande partecipazione dell’Ordine dei Geologi del Lazio, con il suo Gruppo di Protezione Civile. Per fare il punto sugli aspetti geologici che hanno dato origine allo sequenza e, anche per confutare teorie non sempre corrette, quando non provengono dall’ambito scientifico, l’Ordine dei Geologi del Lazio ha organizzato oggi a Rieti un incontro-dibattito che ha visto il coinvolgimento di numerosi esperti, professionisti di settore ma anche semplici cittadini. Rietilife ha intervistato il presidente dei Geologi Lazio, Roberto Troncarelli, al fine di conoscere le attività e le azioni, intraprese dall’Ordine sul territorio regionale.
Presidente, è di ieri l’evento “I recenti eventi sismici dell’Italia centrale”. Quale è stato il contributo dei Geologi Lazio e del suo gruppo di Protezione civile nei tragici momenti del terremoto che ha coinvolto, tra gli altri, anche l’Alto Lazio?
“Innanzitutto vorrei esprimere soddisfazione per l’incontro di ieri a Rieti: un incontro riuscito, partecipato e che ha vissuto il contributo dialettico di tanti esperti di settore. Per quanto riguarda l’impegno dell’Ordine in questi mesi di eventi sismici, i nostri geologi professionisti hanno fornito il loro contributo volontario, effettuando sopralluoghi e rilievi degli effetti geologici indotti dal terremoto, nonché nelle attività di supporto tecnico/cartografico, dapprima attivati dall’Agenzia di Protezione civile regionale e successivamente dal Consiglio Nazionale Geologi, nell’ambito di accordi di programma con il Dipartimento della Protezione Civile Nazionale. Siamo sempre stati sul campo e continueremo a lavorare in sinergia con tutte le istituzioni competenti”.
Lei, nei giorni successivi al terremoto del 24 agosto, è stato molto critico verso la macchina amministrativa dei soccorsi, voluta dal governo centrale.
“Sì, confermo. A me sembra che sia mancata una cabina di regia unica: è stato nominato il commissario straordinario Errani, ma c’era già il capo della Protezione civile Curcio. Mi domando: che senso ha avuto istituire una doppia struttura in cui le competenze vengono in tal modo a sovrapporsi? Questo è un male tipicamente del nostro Paese. In condizioni emergenziali certe decisioni andrebbero prese da un centro unico”.
Presidente Troncarelli, lei crede che la sequenza sismica, che ha già registrato migliaia di scosse, possa continuare?
“E’ innegabile che in questi mesi, in queste settimane, si sia registrata una discreta consistenza anche dell’attività microsismica. Non bisogna abbassare la soglia di attenzione, perché l’attività è ancora in corso”.
Un pensiero alle popolazioni colpite?
“Mi mette i brividi pensare alle popolazioni colpite. Vivere con la paura che la terra torni a tremare crea condizioni di disagio e smarrimento. Auspichiamo che la situazione del meteo dia tregua e soprattutto che termini la sequenza. In Italia si fa fatica a fare prevenzione. Non possiamo sempre nasconderci dietro l’alibi che fare prevenzione costa. C’è anche una prevenzione passiva che riguarda l’educazione della popolazione a saper convivere con il rischio sismico che si potrebbe fare con costi sociali molto ridotti. Noi siamo i campioni del post tragedia e questo, che ci siano terremoti o altri eventi calamitosi, non è più giustificabile”.
A proposito di altri eventi calamitosi, parliamo un po’ di dissesto idrogeologico.
“I dati del Lazio parlano chiaro: nella nostra regione 372 comuni, il 98% del totale, presentano almeno un’area a rischio di frana o di esondazione, in cui è a repentaglio la vita umana e più di 350mila cittadini vivono in aree potenzialmente a rischio idrogeologico. Da una parte, come dicevo, è doveroso che le istituzioni lavorino sulla prevenzione: chi ha la responsabilità della gestione del territorio non può più sperare di farla franca chiudendo un occhio sull’abusivismo edilizio o sull’occupazione delle golene dei fiumi. I fenomeni meteorologici estremi, diventati più frequenti, capiteranno sempre più spesso su un territorio che è sempre meno adatto a smaltirli. E dunque bisogna attrezzarsi per affrontarli. Dall’altra occorre creare un’opinione pubblica informata. La cittadinanza deve sapere che con il cambiamento climatico la loro vita non è più la stessa, ma non solo. Anche il territorio cambia e quindi cambiano i rischi, e zone che prima non erano a rischio, magari ora lo sono diventate”.
In tal senso l’Ordine dei Geologi del Lazio sta avviando una campagna informativa nelle scuole.
“Esatto. Puntiamo tanto sulle giovani generazioni. Per questa ragione da oltre un anno siamo partiti con una campagna di sensibilizzazione negli istituti scolastici di primo e secondo grado del territorio regionale nel corso della quale stiamo illustrando ai ragazzi come agiscono i fenomeni geologici e quando possono determinare dei rischi per la popolazione. D’altronde la conoscenza dei fenomeni naturali che avvengono sul nostro territorio rende una comunità maggiormente in grado di proteggersi dai rischi a questi connessi”.
Un’ultima domanda su un tema tanto in “voga” in questo periodo: la trasparenza. L’Ordine dei Geologi del Lazio come si pone in questo senso?
“La trasparenza è uno degli elementi cardine che guida la nostra attività, sul territorio e all’interno del nostro Ordine. A giugno dell’anno scorso abbiamo istituito con apposita delibera la Commissione consiliare “Vigilanza atti amministrativi” con lo scopo di dare sistematicità al controllo dei bandi anomali che possano ledere la nostra categoria. Questa Commissione consiliare, in particolare, intende fornire una vigilanza costante e un monitoraggio continuo nell’ambito delle gare pubbliche, al fine di individuare eventuali irregolarità sul piano giuridico, in particolare per quanto attiene la categoria dei Geologi”.
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