“Nel Decreto Terremoto approvato nell’ultimo Consiglio dei Ministri è sparito un pacchetto di misure fiscali a sostegno del tessuto economico produttivo dei comuni colpiti dal sisma. Si tratta delle Zone Franche Urbane, in gergo ZFU, un insieme di esenzioni dal pagamento di tasse statali, regionali e comunali che sarebbe dovuta servire a mitigare l’impatto del sisma sulle condizioni di disagio economico, a sostegno delle attività produttive” lo scrive il Comune di Amatrice.
Il Sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi fu il primo ad avanzare questa richiesta, lo fece nell’intervento alla Camera del 7 novembre scorso, in quella sede chiese con forza l’introduzione di misure fiscali di emergenza, una no tax area appunto, “l’unico modo per far ripartire l’economia e dare una speranza a chi dopo aver subito lo choc di ben 5 terremoti sta pensando di non restare più”.
“Eppure – sottolinea il sindaco della città reatina – nella bozza di decreto che circolava nei giorni precedenti alla seduta del Consiglio dei Ministri, all’articolo 18, era prevista proprio l’istituzione delle ‘zone franche urbane, secondo il ‘modello’ già utilizzato in Emilia, che fine avranno fatto? Cosa dobbiamo aspettarci?”.
“Capisco – spiega Pirozzi- che così come inizialmente concepite possono essere misure che impattano sul conto totale della ricostruzione, e la cui tolleranza porta necessariamente ad un confronto con Bruxelles, ma il naufragio delle zone franche urbane sarebbe come decretare la morte e lo spopolamento di questi territori, da uomo delle istituzioni mi sento di avanzare una proposta, di tracciare una linea. La mia idea – prosegue – è quella di limitare l’applicazione delle zone franche perimetrandole ai soli comuni con zona rossa, destinare gli aiuti ai soli settori economici delle microimprese che costituivano già prima del terremoto il tessuto produttivo locale, andando a fare una attenta analisi dei settori ammissibili e relativi codici ATECO. Ritengo però essenziale che, in questo caso, l’esenzione sia ampliata inserendo agevolazioni contributive, oltre che tributarie”.
“Non vedo – conclude Pirozzi- come il governo possa pensare di far pagare le tasse e i contributi ad imprenditori che hanno perso tutto, talvolta anche la casa e la famiglia. Costruire uno strumento più selettivo potrebbe essere una risposta che contempera le varie esigenze in campo, altrimenti la non applicazione sarebbe la morte di questi comuni che sono stati sistematicamente abbandonati da più di trent’anni, tant’è che la ZFU ha trovato sino ad ora solo nelle medie e grandi città la sua applicazione. È del tutto evidente che le ottime misure sino ad oggi messe in campo dal Governo (finanziamento 100% prima e seconda casa, etc.) sarebbero vanificate in quanto pochissime attività produttive avrebbero speranza di sopravvivere”. Foto (archivio) RietiLife ©