(di Sabrina Vecchi) Perché il cinema italiano è poco promosso, perché fa tanta fatica ad oltrepassare i confini nazionali? Di questo e molto altro si è parlato durante la tavola rotonda in programma nella giornata conclusiva del Terminillo Film Festival.
Alla discussione, moderata dalla presidente dei giornalisti cinematografici Laura Delli Colli, hanno partecipato il produttore di Lotus film Marco Belardi, il regista Paolo Genovese, Roberto Proia di Eagle Picture, l’attore Lillo Petrolo del duo Lillo e Greg e l’attrice Marianna Di Martino.
Paolo Genovese, reduce dall’enorme successo di pubblico del film “Perfetti sconosciuti“, ha fornito numerosi spunti per inquadrare meglio la situazione del cinema italiano, che pure può disporre di ottimi talenti. “In Italia un film deve incassare una cifra impensabile per andare all’estero, e il nostro è un paese che si disinteressa totalmente della promozione del cinema fuori dai confini nazionali – ha detto Genovese – e per me, si tratta di un’opportunità persa: se lo facciamo per la moda o il cibo, dovremmo farlo anche per il nostro cinema”.
Marco Belardi ha illustrato il difficile ruolo del produttore oggi: “arrivano moltissime sceneggiature ed il mio gruppo di lettura è numeroso e di qualità, tuttavia è davvero difficile interpretare i gusti del pubblico e capire quale soggetto potrà piacere una volta trasposto sul grande schermo. Ad esempio, nessuno di noi avrebbe scommesso sull’enorme successo avuto da “Lo chiamavano Jeeg Robot“.
In conclusione il ‘segreto’ per realizzare un buon film è sembrato lo stesso per tutti gli addetti ai lavori: incuriosire lo spettatore al punto da guadagnare la sua uscita di casa, rinunciando alle tentazioni del web o della tv dei quali si può tranquillamente fruire dal proprio salotto. “Bisogna invogliarli talmente tanto da indurli a cercare parcheggio a Roma – ha sottolineato Lillo – e vi ho detto tutto!”. Foto: MANZO – PICCIRILLO ©