(r.l.) “Si può fare di più”. Con questo slogan un gruppo di cittadini, riunitosi spontaneamente grazie ad un tam tam nato su Facebook, ha manifestato al di fuori della Dicomac, Direzione di Comando e Controllo della protezione Civile, denunciando una gestione lacunosa del post emergenza sismica.
A scatenare il malcontento, diffusosi rapidamente in rete, il senso diffuso di un eccesso di burocrazia, alla quale sarebbero sottoposte anche le amministrazioni locali, che starebbe rallentando il percorso post emergenziale, nonché la mancanza di previsione da parte del Governo di un programma di sostegno alle attività economiche che stanno soffrendo sia direttamente che indirettamente, non solo sul territorio ma anche nel capoluogo.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata però la richiesta di aiuto da parte di numerosi allevatori e titolari di aziende agricole del territorio colpito dal sisma, in gravi difficoltà a causa della copiosa neve caduta in questi giorni che non riuscivano a raggiungere stalle e serragli per poter alimentare i loro animali. Per dare supporto a queste situazioni critiche, abbandonate a loro stesse, si sono così formate delle squadre di cittadini volontari di Rieti, che con i fuoristrada hanno raggiunto queste realtà segnalate, spalando neve, scavando trincee, scaricando camion di fieno e mangimi per nutrire animali allo stremo, alcuni dei quali, purtroppo deceduti, situazione che ha gettato nella frustrazione i partecipanti e chi ne ha avuto notizia.
Tra bandiere tricolori e fumogeni, sotto gli sguardi di numerosi operatori di Protezione Civile alle finestre, una rappresentanza di cittadini composta da quattro ragazzi, tra i volontari in questione, è stata ricevuta da Marco Agnoloni, segretario del capo dipartimento Curcio.
La delegazione, sottolineando il grande rispetto e la stima della cittadinanza per il lavoro del dipartimento ha riportato però le numerose criticità emerse in questo periodo di nevicate ampiamente prevedibili, chiedendo spiegazioni ma soprattutto maggiore attenzione verso le attività economiche che operano nei territori del cratere, perché la fine di queste segnerebbe l’impossibilità di rinascita del tessuto socioeconomico di quei luoghi.
Il segretario Angeloni, dopo un lungo resoconto sulla vastità del cratere ed il grande numero di criticità e di operazioni in atto per contrastarle, ha affermato che è in atto il massimo sforzo da parte di tutti gli addetti ai lavori, ammettendo l’impossibilità di coprire tutte le richieste, lodando le iniziative di aiuto portate dai volontari, sottolineando l’importanza della presenza e del monitoraggio e dell’intervento delle comunità che vivono nei territori e chiedendo nel contempo tempo e pazienza.
Al termine di una discussione, a tratti anche animata, gli interlocutori sono convenuti sul problema di fondo della carenza di cultura della prevenzione e di educazione al senso civico in un sistema Paese, che dovrebbe essere più preparato ad affrontare le emergenze, congedandosi con l’impegno da parte del segretario Angeloni di riportare al capo dipartimento Curcio quanto lamentato dalla delegazione cittadina, al quale è stato comunque chiesto di proseguire le operazioni di aiuto alle realtà in difficoltà. Foto: RietiLife ©