I tempi della ricostruzione sono necessariamente lunghi, per individuare le aree in cui posizionare le casette sono necessari centinaia di sopralluoghi, l’iter per lo smaltimento delle macerie è complesso e deve rispettare canoni precisi. “Tutto questo richiede un processo lungo ed è normale che il cittadino possa non capire questa logica, che gli va spiegata”. Così il responsabile emergenze del Dipartimento della Protezione Civile e coordinatore della Dicomac di Rieti, Titti Postiglione, ha commentato a Voci del Mattino su Radio 1 le proteste nelle aree terremotate.
“È nella logica delle cose che i cittadini, dopo una tragedia come il terremoto, che ha sconvolto le loro vite, lamentino ritardi – ribadisce Postiglione – La volontà e il desiderio di tutti è che tutto ritorni come prima ma perché ciò accada, occorre mettere in campo attività complicate che è difficile spiegare”. Per quanto riguarda la questione delle macerie, ha spiegato Postiglione, nei luoghi colpiti dal sisma nella regione Lazio, cioè fondamentalmente Accumoli e Amatrice, sono state portate via 25 mila tonnellate di macerie ed è un lavoro che stanno facendo i Vigili del Fuoco con le Forze Armate. Le ditte incaricate di effettuare questo lavoro non possono ancora entrare in azione perché non esistono le condizioni di sicurezza per farlo”.
Inoltre, “prima di portare via le macerie occorre finire di demolire e mettere in sicurezza le strutture pericolanti”. Per quanto riguarda invece le casette, sottolinea ancora il responsabile emergenze del Dipartimento, queste “soluzioni provvisorie consentono di poter cominciare a lavorare a una idea di ricostruzione dei centri ma parliamo di zone dal territorio complicatissimo, in cui fragilità e bellezza convivono. Queste casette sono pensate perché la gente ci possa trascorrere anni, perché purtroppo la ricostruzione durerà diverso tempo. Il costo medio è di circa 50 mila euro e non è una cifra con cui si possano costruire delle villette, come qualcuno dice. E poi bisogna tenere in considerazione la difficoltà di individuare aree idonee in un territorio morfologicamente esposto a un elevato rischio idrogeologico. Sono stati centinaia i sopralluoghi effettuati”.
Infine, per quanto riguarda i problemi degli allevatori, il Dipartimento è “ben conscio della situazione”, tanto che “una delle prime ordinanze a inizio settembre riguardava proprio loro. Ci siamo mossi subito ma abbiamo dovuto registrare difficoltà dovute al nuovo sisma di fine ottobre, che ha moltiplicato in modo esponenziale il numero dei comuni coinvolti. Molte stalle sono comunque state montate e altre sono in allestimento”. (fonte: Ansa) Foto (archivio) RietiLife ©