“Un formidabile pacchetto di misure che adesso però vanno declinate sul terreno della concretezza, adattate alla specificità dei singoli settori produttivi e calate nelle diverse realtá territoriali. Questa legge rappresenta, più che un traguardo, l’inizio di una nuova stagione di sviluppo della nostra agricoltura”.
È il commento di David Granieri, presidente della Coldiretti del Lazio, all’approvazione della legge regionale sulla filiera corta che prevede la promozione dei mercati contadini, sulla falsariga del modello vincente di Campagna Amica, disciplina la vendita diretta dei prodotti agroalimentari e soprattutto introduce corsie preferenziali – negli appalti per le mense pubbliche (in particolare scolastiche) e nelle forniture per la ristorazione collettiva – a favore delle aziende che si impegnano ad impiegare e somministrare prodotti e alimenti a chilometro zero (o anche a miglio zero, come per il pesce).
“Il Consiglio Regionale, votando all’unanimità, ha dato prova di grande sensibilità verso le istanze del mondo agricolo. In questo impianto normativo trovano la loro definitiva legittimazione le grandi battaglie che abbiamo promosso – conclude Granieri – per favorire anche nel Lazio il consolidamento della nuova agricoltura, quella nata dalla santa alleanza tra produttori e consumatori in nome della trasparenza, della legalità e della sicurezza alimentare”.
Della legge regionale sulla filiera corta ha parlato anche il condiere reatino del Pd, Daniele Mitolo. “Spazio alle eccellenze dei territori grazie alla nuova legge regionale, che mi vede tra i firmatari e che è stata fortemente voluta dalla proponente Cristiana Avenali, in materia di promozione dei prodotti a filiera corta. Votata all’unanimità dal Consiglio regionale, la legge punta a valorizzare le eccellenze dei nostri territori, tutelare la biodiversità, promuovere i prodotti di qualità e la cultura della sana alimentazione rispettando l’ambiente. La norma definisce sostanzialmente i prodotti a filiera corta quelli sostenibili ambientalmente, di qualità, dei parchi, stagionali, biologici, tracciabili, etici e salubri. Molte le novità introdotte e tra queste la creazione di un circuito in cui inserire le aziende agricole, le imprese e le strutture ricettive che utilizzano almeno il 50 per cento di prodotti a filiera corta che saranno contraddistinte da un logo. In questa partita avrà un ruolo centrale anche la Regione che potrà farsi promotrice di accordi tra i produttori e la grande distribuzione organizzata presente sul territorio laziale per la vendita dei prodotti provenienti dalla filiera corta, e sostenere la nascita di gruppi di acquisto e di gruppi di offerta di cittadini. La norma stabilisce l’impossibilità per i prodotti geneticamente modificati e per i prodotti da questi derivati, di poter rientrare tra quelli a filiera corta. Una vera e propria novità, questa, che porterà ad una semplificazione del processo di sostegno e valorizzazione delle produzioni locali che spesso faticano ad avere una tutela e un riconoscimento che era richiesto da anni”.
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