A un mese e mezzo dal terremoto che lo scorso 24 agosto ha colpito il Centro Italia il rischio di dispersione delle fibre di amianto e di esposizione è ancora molto alto, secondo l’Osservatorio nazionale amianto (Ona): “Un rischio che riguarda in primis i soccorritori che hanno lavorato sui luoghi della tragedia, ma anche gli abitanti rimasti nelle zone in cui sono presenti enormi cumuli di macerie”.
Oggi l’Ona incontrerà sull’argomento cittadini e istituzioni, in un convegno previsto per le 17:30 presso l’aula consiliare del Comune di Rieti. Interverranno l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Ona, Sabrina Melpignano, psicoterapeuta e membro del comitato scientifico Ona, e Antonio Brizzi, segretario generale del sindacato autonomo Vigili del Fuoco Conapo. “Abbiamo da subito lanciato un appello affinché i soccorritori fossero dotati di mascherine con il filtro di protezione per evitare l’inalazione delle fibre. Appello che è rimasto per lo più inascoltato – afferma Bonanni -. I fenomeni sismici producono lesioni, vibrazioni e, nei casi peggiori, una vera e propria polverizzazione del cemento amianto. Nel momento del crollo la polvere si disperde nell’ambiente e anche nell’acqua. Poi successivamente, quando le macerie rimangono a terra, la polvere può essere dispersa a causa degli agenti atmosferici o anche semplicemente con il calpestamento”.
L’Ona chiede di mettere in sicurezza i cumuli di macerie affinché non si continuino a disperdere nell’aria polveri contaminate: “E’ necessario bagnare le macerie con getti d’acqua, affinché le polveri non si disperdano, e quando finiscono le operazioni di ricerca, coprire le macerie con teli di nylon che dovranno essere portati via con mezzi meccanici da personale protetto da tute adeguate”. Sulla stessa linea il Conapo, che nei giorni scorsi ha chiesto di “attivare uno specifico screening sanitario per i vigili del fuoco intervenuti e dotare il personale delle dovute protezioni delle vie respiratorie”.
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