(di Sabrina Vecchi) Giulio Rapetti in arte Mogol, oltre 1600 testi di canzoni all’attivo – e che canzoni – , sarà sabato 24 settembre alle 21 a Poggio Bustone. L’evento, organizzato dall’assessorato alla cultura del comune, arriva ad un mese esatto dal terremoto del centro Italia e contribuirà a reperire fondi da destinare alle popolazioni colpite. Per i pochissimi che non lo sapessero, Mogol è stato il paroliere di Lucio Battisti negli anni dei capolavori immortali, e formò con lui un sodalizio artistico e personale tra i più prolifici della storia della musica italiana. Mogol ha accettato di rilasciare a RietiLife un’intervista.
Da dove iniziare con una carriera simile alle spalle…partirei proprio dalla sua autobiografia appena uscita per Rizzoli “Il mio mestiere è vivere la vita”, in cui ne ripercorre le tappe.
Sì, la casa editrice me l’ha chiesto ed ho accettato, e sono davvero felice che le vendite stiano andando molto bene. E’ un libro particolare, anche fotografico, ci sono molte foto della mia vita, tra cui una in braccio a mia madre a cui sono particolarmente legato…la scelta di una frase tratta dalla canzone “Una donna per amico” come titolo è stata fatta dall’editore e devo dire che mi è piaciuta.
E andiamo a Battisti… come lo conobbe?
Me ne parlò un’editrice francese mia amica, mi disse che voleva sottopormi la musica di un giovane compositore. Ascoltai così le sue composizioni e lo conobbi, ma gli dissi che quel materiale non mi sembrava granché: lui mi fece un gran sorriso e mi diede ragione. Da lì, un po’per compiacere la mia amica, un po’perché quel ragazzo aveva capacità di autocritica, iniziai a collaborare con lui. Così partì tutto.
Sul carattere di Battisti girano opinioni discordanti, era davvero così burbero come si dice?
No, assolutamente, Lucio era una persona paciosa, reagiva male solo quando veniva disturbato magari mentre mangiava o mentre parlava con me, ma solo in questi casi e specialmente negli ultimi tempi.
Le parlava mai di Poggio Bustone?
Molto spesso, e sempre con affetto. Era il suo paese natale ed era molto affezionato a quei luoghi, mi raccontava frequentemente aneddoti che riguardavano Poggio Bustone.
Le è venuta mai la curiosità di visitarlo?
Sì, e infatti ci sono stato, non ho mai partecipato ad eventi o spettacoli a Poggio Bustone ma ho visitato il paese in forma privata…non mi ricordo che anno fosse, io non ricordo mai le date degli anni trascorsi, sono una persona totalmente proiettata sul futuro!
Le è mai capitato che un compositore non si ritrovasse nelle parole che lei aveva composto per quella musica o che non la trovasse interpretata come avrebbe voluto?
Sono io che interpreto la musica che mi viene sottoposta. E no, devo dire che non mi è mai capitato.
Mogol, come si scrive una canzone?
Si parte ovviamente dalla musica, magari all’inizio ci canticchio sopra un inglese maccheronico, ma lo scopo è dare alle parole lo stesso senso che ha la musica, perché se questo accade si forma una sinergia potente.
Il 4 ottobre si esibirà a Rieti la Nazionale Italiana Cantanti, che lei fondò nel 1981. Come le venne l’idea?
Accade che il presidente della Croce Verde Sempione mi chiese un concerto benefico per sovvenzionare l’acquisto di un’ambulanza, e io gli proposi di organizzare invece una partita di calcio con alcuni colleghi cantanti. La cosa andò particolarmente bene, tanto che l’anno dopo con un paio di amici pensammo di proseguire, dapprima in piccolo, e visto che l’idea piaceva piano piano ci siamo ingranditi… fino ad oggi abbiamo raccolto 90 milioni di euro per i bambini!
Vuol commentare la sentenza del luglio scorso? (La sentenza del tribunale civile di Milano che ha accolto in primo grado la richiesta di Mogol atta a contrastare il veto imposto dalla vedova di Battisti su qualsiasi iniziativa riguardante l’eredità musicale del marito e condannandola a pagare al paroliere 2,6 milioni di euro di risarcimento, ndr)
Non voglio parlarne, sono faccende di cui si occupano i legali e i magistrati e io sono rispettoso del loro lavoro. Posso solo dire che farò di tutto per mantenere vivo il nome di Lucio Battisti. Perché lo merita.
C’è un interprete o un compositore per cui avrebbe voluto scrivere dei testi e invece non ha mai avuto modo di farlo?
Devo dire di no, ho lavorato sempre con chi ho voluto…
Dovrei farle la domanda più banale del mondo, ovvero se è legato ad una canzone più di altre…ma non gliela faccio!
È una domanda che mi fanno tutti i giornalisti, non me la faccia! Tanto non saprei cosa rispondere…non so sceglierne una e mi troverei fortemente in imbarazzo a doverlo per forza fare. Sono le mie canzoni. Le amo tutte.
Foto: RietiLife ©