(di Sabrina Vecchi) Un vero e proprio summit a trecentosessanta gradi sulla situazione e le esigenze della Chiesa locale. Si è conclusa domenica sera la tre giorni dell’incontro pastorale della Chiesa di Rieti convocata dal vescovo Domenico Pompili presso il nuovo Centro pastorale di Contigliano. Programmato da tempo, l’appuntamento è stato drammaticamente segnato dalla tragedia del terremoto del 24 agosto, evento che ha prodotto un cambio di prospettiva per l’Incontro pastorale, inizialmente incentrato sui verbi camminare, costruire e confessare, che monsignor Pompili ha invitato a declinare come accompagnare, ri-costruire, imparare a credere.
Oltre trecento i partecipanti all’importante riunione del clero locale e non solo, chiamati a fare “il punto” nelle prime due giornate aiutati dagli interventi del sondaggista Nando Pagnoncelli e della sociologa Chiara Giaccardi. Prima della messa serale, è stato il “padrone di casa” Pompili a tirare le somme dell’incontro pastorale. Partendo inevitabilmente dalla tragedia del sisma il vescovo ha iniziato il suo intervento basandosi sull’immagine di una bambina che tenta di far ripartire le lancette dell’orologio della torre civica di Amatrice, fotogramma emblema della tragedia.
Per il vescovo Domenico, “la bambina è simbolo della speranza, della Chiesa, dell’umanità che non si arrende e riprende il suo cammino” per “ricostruire solo facendo leva sulla giovinezza anagrafica e spirituale che rinnova il nostro modo di crescere insieme”. La Chiesa reatina parte dal momento di indecisione e paura creato dal terremoto e si conta e racconta, unendosi per accompagnare i sofferenti e non solo, aprendo le porte a tutti senza creare circoli esclusivi. Il vescovo si è soffermato inoltre sulla necessità da parte dei sacerdoti di essere flessibili e sempre disposti a recarsi dove si è chiamati per superare immobilismo, stanzialità e dinamiche mentali e materiali che a lungo termine impediscono di crescere.
Revisionate ed individuate in cinque aree le zone pastorali: Montepiano, Salto Cicolano, Valle del Turano, Altopiano Amatriciano e Leonessano e Rieti Città, per orientarsi e gestirsi partendo dalla massima collaborazione tra i rappresentanti di ciascuna zona. Inoltre, un pensiero anche agli uffici pastorali e amministrativi da inquadrare come “vasi comunicanti” , un ufficio deputato alla figura di San Francesco in cui convergere gli sforzi per valorizzare il territorio e il restyling completo del sito della Diocesi per rendere ancora più agevole la comunicazione a beneficio di tutti e “raccontarsi in tutte le forme e i linguaggi possibili”.
Foto: Massimo RENZI ©