(di Sabrina Vecchi) Soccorritori reatini in primissima linea nella catastrofe del sisma che ha ferito a morte le zone di Accumoli, Amatrice ed Arquata del Tronto. Stremate da oltre 36 ore consecutive di lavoro tra le macerie, alcune squadre iniziano a rientrare in città, pronte a ripartire al bisogno. Uno di loro, pur abituato ed addestrato a lavorare in condizioni simili, racconta a RietiLife l’inferno trovato nei luoghi colpiti dal sisma. “Alcuni di noi erano in servizio, alcuni richiamati, altri rientrati spontaneamente dalle ferie. Di certo durante il tragitto verso le zone terremotate non ci aspettavamo che la situazione fosse così grave, poi abbiamo trovato le strade dissestate e franate e dovuto scegliere percorsi alternativi per arrivare, e lì abbiamo iniziato a realizzare. Lo scenario che ci siamo trovati davanti è stato apocalittico, abbiamo iniziato subito a scavare coordinati dai nostri dirigenti e su indicazione di parenti ed amici, con enorme collaborazione da parte di altre squadre di soccorritori e della gente del posto che nonostante la situazione ha retto il panico ed ha anche pensato a procurarci qualche piccolo pasto. Purtroppo, personalmente ho estratto dalle macerie solo cadaveri, tutti adulti e quasi tutti anziani, ho sperato fino all’ultimo di trarre in superficie qualche persona viva, ma nella zona in cui stavo operando io erano già tutti morti”.
Foto: Gianluca VANNICELLI/Agenzia PRIMO PIANO ©