È una notte da sogno. Storica finale olimpica per le nostre Maria Benedicta Chigbolu e Maria Enrica Spacca che insieme ad Ayomide Folorunso e Libania Grenot migliorano in semifinale alle Olimpiadi di Rio De Janeiro il record italiano della staffetta 4×400 (3’25″16) e centrano l’obiettivo di un posto tra le prime otto staffette del mondo. Quarto posto nella seconda semifinale, primo tempo di ripescaggio, e domani notte le ritroveremo in una finale che attendevano da anni. Il loro tempo è il sesto in assoluto è sognare è lecito. Il podio? Troppo, probabilmente. Ma perché non provarci?
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Grandissima soprattutto la frazione della Spacca, la seconda, che riusciuta a ricucire un piccolo strappo che si era creato nella prima frazione, quella della Chigbolu, comunque dignitosa. La rimonta l’hanno completata la Folorunso e soprattutto la Grenot. Alle telecamere Rai è esplosa la loro soddisfazione: “Sono troppo felice – commenta Spacca – prima di partire ci siamo dette che volevamo la finale e poi anche il record italiano”. Chigbolu esulta: “Il bronzo europeo ci ha dato tanta sicurezza, sapevamo di stare molto bene, non poteva non venire questo record. La mia frazione? Sono arrivata molto in spinta, mi ha fatto bene correre i 400 per conoscere già la pista”.
Piu volte nel corso della diretta Rai, i telecronisti Franco Bragagna, Stefano Tilli e Giorgio Rondelli hanno ricordato la solidità del progetto della staffetta 4×400 che lavora seriamente da molti anni, con le idee chiare e con un gruppo che è rimasto pressoché immutato, con la Spacca a fare da trait d’union negli ultimi sette anni. Spacca che era in dubbio alla vigilia ma che è stata scelta dal responsabile della velocità Riccardo Pisani perché proprio nella staffetta riesce a dare il meglio di sé. E stanotte lo ha dimostrato ancora una volta.
È vero che in finale tutti i quartetti metteranno il turno. Ma il podio, stando ai risultati delle semifinali, non è più lontano di un secondo. Meglio di tutti gli Stati Uniti, e loro sono inarrivabili (3’21″42), lontana la Giamaica (3’22″38), non sono apparse dell’altro mondo Ucraina (3’24″54), Gran Bretagna (3’24″81) e Canada (3’24″94). Tempi che adesso contano poco, qui contava solo passare il turno. Ma regalarsi un’altra notte da sogno non è impossibile.
Foto: FIDAL ©