Ieri si sono riunite le Segreterie confederali di Cgil Cisl e Uil di Rieti, insieme con i rappresentanti delle RSU della sanità e delle categorie della Funzione Pubblica, Medici Ospedalieri, Pensionati, Medici di base, per fare il punto della situazione sulla Sanità territoriale di Rieti e provincia.
Ancora una volta, le Organizzazioni confederali hanno dovuto constatare la carenza di continuative relazioni sindacali con l’attuale Direzione Generale della Asl di Rieti: «Cgil Cisl e Uil di Rieti confederali ritengono essenziale tornare ad instaurare con il Direttore Figorilli, così come con l’intera direzione, un dialogo proficuo e costruttivo – dichiarano i segretari Filippi, Bianchetti e Paolucci – Siamo oltremodo convinti che proprio un simile sistema di relazioni sindacali possa rafforzare tutte le istanze necessarie per rappresentare validamente la posizione della Sanità reatina rispetto al tavolo di confronto con la Regione Lazio. Peraltro, la scarsa comunicazione tra le parti sta comportando una carenza informativa sullo stato dell’arte delle diverse politiche gestionali che, ricordiamo, sono cosa pubblica e non affare privato. Per esempio, ci piacerebbe conoscere quale sia il modello di Sanità che la Direzione Asl pensa per Rieti in una prospettiva di così difficile andamento strutturale, perché crediamo serva a poco arrivare al pareggio di bilancio come Azienda se poi l’Ospedale ‘de’ Lellis’ è in perdita per oltre 20 milioni di euro».
Nel corso dell’incontro attenzione da parte di Cgil, Cisl, Uil è stata rivolta anche allo stato di attuazione dell’Atto Aziendale “a suo tempo predisposto dalla Direzione generale Asl in carica e che presentava elementi ambiziosi che, poi, hanno trovato evidenti problemi di effettivo riconoscimento” aggiungo i sindacati
L’analisi dell’assise confederale sulla Sanità ha anche focalizzato alcuni aspetti dirimenti perché al cittadino si possano assicurare livelli di assistenza adeguati che salvaguardino anche l’immagine di Rieti verso le politiche della Regione Lazio. «Sulla problematica degli organici – proseguono i segretari di Cgil, Cisl, Uil – è evidente che tutte quelle che la Regione Lazio ha spacciato per deroghe non riguardano puntualmente le esigenze in ballo: non risolvono i noti problemi della pianta organica, mentre rimane immutata la delicata situazione dei tanti interinali e simili (il cui futuro viene gestito ‘alla bisogna e alla giornata’ ma anche ‘a gettone’), con grande difficoltà a fare andare avanti alcune unità operative del Presidio ospedaliero San Camillo de’ Lellis. Altre divisioni come Ostetricia e Ginecologia, Chirurgia e Medicina dovrebbero rappresentare il vero fiore all’occhiello dello stesso».
È stata poi affrontata la situazione delle liste d’attesa: «Su questo versante, nonostante il finanziamento regionale straordinario ottenuto, non ci siamo. Rispetto ai tempi previsti dagli standard regionali, infatti, l’Asl di Rieti presenta evidenti ‘scarti’, a scapito del cittadino, davvero preoccupanti: 250 giorni per un’Eco addome, 110 per un Ecococolor Doppler, 140 per un Elettocardiogramma, 250 per una Eco del capo e del collo, 300 per una Tac colonna, 53 giorni per una mammografia – precisano Filippi, Bianchetti e Paolucci – Anche per questo, un rafforzamento delle relazioni sindacali appare non più differibile per una condivisa soluzione di tale problematica». Quanto agli screening, Cgil, Cisl, Uil di Rieti hanno preso atto positivamente del riavvio, avvenuto nel 2015, che ha fatto registrare ben 5.000 inviti, con un sensibile incremento per quelli relativi al tumore della mammella, della cervice uterina e del colon retto. Altro delicato aspetto di valutazione quello dell’assistenza domiciliare integrata, in cui i sindacati si aspettano un confronto. Ancora i Segretari confederali: «Per noi va potenziata, con aumento dei medici specialisti disponibili, concertando i diversi aspetti di detto rafforzamento e non liquidando il problema con una semplice esternalizzazione, al pari di altri servizi. Ecco perché vorremmo chiedere alla Direzione quale futuro intenda riservare all’Assistenza domiciliare integrata».
Attenzione anche sulle gravi problematiche della medicina di base per un miglioramento delle diverse esigenze: « Cgil, Cisl, Uil di Rieti – proseguono Filippi, Bianchetti e Paolucci – ritengono che il poter contare su tutto il territorio di studi di medici di famiglia aperti nove ore al giorno con la gestione informatizzata del paziente, il monitoraggio costante dei malati cronici diabetici, cardiopatici e bronchitici con l’utilizzo dei PDTA regionali, la connessione telematica con tutte le strutture sanitarie, ospedale e Pronto Soccorso compreso, per la realizzazione del dossier sanitario ‘telematico’ di ogni singolo assistito così come appaltato dalla ASL di Rieti nel 2012, siano aspetti univoci quanto indifferibili. Come pure pensiamo all’inserimento della telemedicina negli studi dei medici di famiglia e nei domicili dei pazienti più gravi, così da erogare maggiori prestazioni sanitarie a fronte di ‘meno ricette’, e a nuove procedure di prenotazione al fine di ridurre i tempi di attesa per gli esami specialistici soprattutto radiologici».
Ampia panoramica poi, per l’Ospedale San Camillo, sul delicato problema dei primariati che”si auspica, sia foriero di quel potenziamento dei livelli di cura, attualmente sotto standard, su rsa, casa della salute. In tutto questo coacervo di aspetti più o meno penalizzanti per la sanità reatina, chiediamo anche alla politica di essere al nostro fianco – chiudono Filippi, Bianchetti e Paolucci – Ma non con le solite rassicurazioni, casomai con azioni concertate, tali da non cadere nel vuoto. Come pure, intendiamo dialogare con il mondo dell’Associazionismo, validissimo nelle sue azioni di sensibilizzazione. Servono non battaglie solitarie, seppur apprezzabili, semplicemente unità d’intenti proprio perchè Rieti e provincia non solo scontano una conformazione orografica accidentata ma anche un accentuato invecchiamento della popolazione. Ecco, quindi, l’esigenza di una ripresa immediata di un confronto franco e continuativo con la Direzione Generale Asl che sia anche in grado, sulla base del monitoraggio delle problematiche evidenziate, di far scaturire una proposta organica e complessiva e condivisa, da veicolare poi nelle sedi decisionali. Ne va della sostenibilità della sanità per Rieti che necessita di una minore ospedalizzazione a fronte di un accentuato incremento di assistenza e cura sul territorio. Ribadiamo che come sindacato confederale, rifuggiamo da sempre da posizioni ‘corporativistiche’, essendo in ballo lo stesso futuro del nostro territorio, tenuto conto che l’Asl con i suoi oltre 1500 dipendenti rappresenta la maggiore azienda di Rieti e provincia. Peraltro, tutto ciò rientra nella cosiddetta vertenza rieti che intendiamo aprire nei confronti della Regione Lazio in sinergia con le nostre strutture confederali regionali, anche alla luce delle pesanti crisi di altri comparti produttivi del territorio».
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