L’Ater interviene e fa delle precisazioni sull’occupazione di ieri in via Sant’Agnese da parte di alcuni extracomunitari (LEGGI).
“In relazione all’intervento delle Forze dell’Ordine nel complesso di via sant’Agnese a Rieti di venerdì 6 maggio, si precisa che la parte di edificio interessata dal presunto caso di occupazione abusiva non è di proprietà dell’Ater ma del Comune di Rieti. Il complesso edilizio di Via sant’Agnese fu recuperato attraverso un accordo tra Ater e Comune; la parte di proprietà dell’Azienda, come noto, è stata completata e da anni è regolarmente abitata dai legittimi assegnatari. I fatti di venerdì riguardano, invece, la porzione di proprietà del Comune, non ancora completata”.
“Si ricorda – dice l?Ater in una nota – che negli ultimi due anni, l’Ater di Rieti ha impresso una sostanziale svolta nella gestione del patrimonio immobiliare, all’insegna della legalità. E’ ormai un dato acquisito e riconosciuto da più parti che le molteplici attività condotte dell’Ater – contrasto alle occupazioni abusive, recupero della morosità e altro – hanno determinato una maggiore correttezza nella gestione del patrimonio immobiliare e soprattutto nelle possibilità di accesso da parte dell’utenza. Per la prima volta, l’Ater ha condotto e sta conducendo dei controlli anche sulle graduatorie elaborate dei Comuni riscontrando più di un caso in cui gli assegnatari, nonostante i decreti rilasciati dagli Enti locali, in realtà non avevano titoli e requisiti per ottenere gli alloggi”
“Inoltre, l’Ater – aggiunge – ha recentemente acquisito il parere legale necessario a stabilire nel dettaglio i criteri per la gestione dei controlli sulla veridicità delle dichiarazioni degli assegnatari, controlli che saranno possibili grazie all’accordo sottoscritto con l’Agenzia delle Entrate. Infine, a breve, il Commissario Straordinario dell’Ater di Rieti, Eliseo Maggi, invierà ad una serie di Enti locali, a partire dal Comune di Rieti, una lettera finalizzata a sollecitare l’utilizzo di personale della Polizia Municipale – come già accadeva in passato proprio nel Comune capoluogo – per migliorare ulteriormente il controllo anagrafico e la verifica sulla legittimità degli alloggi”.
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