(di Roberto Pentuzzi) “Ho camminato fino alle 3 di notte nei dintorni di Cantalice, non riuscivo a rientrare a casa, dovevo scaricare tutta l’adrenalina”. Questo è stato il dopo partita del presidente Peppe Cattani, raccontato a RietiLife, il giorno dopo Npc-Tortona 81-78, la gara-salvezza.
“Credo, però, che fino a quando provo queste emozioni significa che ancora non è ora di smettere – aggiunge orgoglioso il presidente della Npc – somatizzo troppo e ci vuole la pazienza della mia famiglia, a cominciare da mia moglie, per finire a mia madre che mi ha detto sono boccate di ossigeno che mandano avanti la vita. Io ci sto, ma ho bisogno di un sostegno importante delle istituzioni, credo che gli amministratori politici non possano non essersi resi conto dello spettacolo di pubblico di ieri. Non è possibile che a Rieti si lasci morire anche questo. Se dovessi stancarmi io finirebbe di nuovo tutto, invece chiedo aiuto per organizzare una azienda vera che anche tra 10 anni, anche senza di me potrà proseguire.”
“Insomma non è possibile che la Npc vada a prendere a noleggio un pullman ad Ascoli – prosegue Cattani – o debba pagare il Palasojourner, dobbiamo trovare insieme delle soluzioni, il 20 giugno per l’iscrizione è lontano, ma è anche vicino e c’è bisogno di cominciare a lavorare subito.
Una certezza che ho quella del pubblico, non è facile spostare 3000 persone come è accaduto ieri, questo è un fenomeno sociale che va difeso, la gente ha capito il mio sforzo. L’emozione più grande è stata di vedere la partita vicino ad un ragazzo disabile ed esserci abbracciati per festeggiare alla fine.”
“Ora però voglio godermi il momento – conclude il presidente – voglio prendermi una mini vacanza a Reggio Calabria il prossimo fine settimana e probabilmente lunedì 25 Aprile festeggiare nel piazzale del PalaSojourner, per tradizione e scaramanzia come tutti gli altri anni, ognuno porterà qualcosa da mangiare e quello che avanza lo portiamo alla Mensa di Santa Chiara, a meno che il Comune non abbia altre idee da proporre”.
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