Una lettrice, Martina, invia in redazione una lettera, tra lo sfogo e la segnalazione: le sono stati infatti avvelenati due fidi amici, due cagnolini.
“Nell’ultima settimana ho perso due amici – Erano due veri amici. Non di quelli che ti chiamano solo quando hanno bisogno. Non di quelli che ti lasciano solo. Ho perso due amici che nell’ultimo anno sono stati presenti nella mia vita arricchendola, giorno dopo giorno, di amore, comprensione, dolcezza e fiducia. Ovviamente non sto parlando di due esseri umani. No. Sto parlando di due meravigliose creature pelose. Ernestino e Disagio. Due angeli in Terra e , per chi riesce a consolarsi nel pensiero, due angeli ora in cielo. Non credo di essere stata la migliore delle padrone per loro, li ho amati con tutti i miei mezzi e con tutta il mio cuore ma forse non è stato abbastanza e ora il mio cuore è frantumato. Ve lo racconto perché Ernestino e Disagio non sono morti in un incidente, non hanno perso la vita a causa di una terribile malattia. Sono stati avvelenati. Sono stati brutalmente avvelenati a Rieti, Piana Reatina. Più precisamente a ridosso della Riserva del Laghi Lungo e Ripasottile. Vi volevo raccontare della loro bellezza, della felicità che mi hanno lasciato dentro, del meraviglioso tempo che abbiamo trascorso insieme. Delle passeggiate, la musica, gli sguardi. L’amore. Ma non ce la faccio perché il dolore è troppo grande e, anche se per alcuni potrò sembrare esagerata, ho il cuore in frantumi. Allora ve lo racconto perché prestiate attenzione ai vostri Amici, quando li portate fuori. Ve lo racconto perché spero che chi ho lasciato i bocconi avvelenati possa leggere queste righe e sapere che ha tutto il mio odio e il mio disprezzo. So che poco conterà saperlo visto che non hanno un cuore. Ve lo racconto perché gli esseri umani fanno decisamente più schifo di quello che possiate immaginare. Ve lo racconto perché tanto nessuno saprà mai chi è stato, nessuno potrà fargli nulla e non avrò mai indietro i miei Amici e il loro Amore. Allora posso solo una cosa. Un augurio. Gli auguro di sentirsi come mi sento io adesso. Un dolore incolmabile. Un vuoto profondo. Nulla di più“. Foto dal web ©