Sono le 15.20 quando un caldissimo raggio di sole illumina il camposcuola e accompagna il corteo funebre. Appena il feretro di Andrea Milardi entra negli occhi di oltre 3000 persone, assiepate persino sulle tribune, un violento applauso rompe un silenzio assurdo, composto, emozionato.
Ci sono le lacrime di tutti, anche quelle di Cecilia Molinari, la sua compagna di vita, ma c’è anche il sereno sorriso di Maria Chiara e Maria Vittoria, le figlie di Andrea, che hanno tradito poche volte la commozione. C’è poi Alberto, il suo unico figlio maschio, al quale toccherà il compito di portare avanti assieme a tutta la famiglia la riga tracciata dal padre. Sopra le teste di tutti vola l’elicottero della Forestale, per rendere omaggio ad un personaggio unico nel suo genere.
Al funerale c’era la sua città fatta di gente, di politici vecchi e nuovi, di amici, di conoscenti, di tanti atleti e tutto il gotha dell’atletica nazionale, corsi in massa al Guidobaldi per salutare un amico, un professionista serio, un uomo esemplare.
Più in là, versa lacrime Andrew Howe, visibilmente emozionato. Breve e intesa la commemorazione funebre celebrata dal vescovo Domenico Pompili il quale, in modo lucido e concreto, ne ha ricordato le doti umane e professionali definendo Andrea Milardi un uomo “buono e giusto che ha saputo trasmettere il valore della vita e dello sport”.
Commosso anche il sindaco di Rieti, Simone Petrangeli, che ha sottolineato l’importanza dell’uomo capace di trasportare Rieti in cima al mondo dell’atletica, e del dovere di tutti nell’aiutare la sua famiglia a proseguire l’immenso lavoro svolto in questi 40 anni. Petrangeli ha definito Milardi “un monumento” che rimarrà per sempre nella storia, un uomo che “ci ha resi orgogliosi di essere reatini”
Rotto dal pianto anche il discorso di Giuliano Casciani, presidente della Studentesca Cariri, il quale ha ricordato la figura di un maestro di vita e di sport. Ma quando ha parlato Andrew Howe il Guidobaldi si è commosso tutto. Per Andrew, che ha raccontato dei piccoli aneddoti della sua giovinezza, Andrea Milardi è stato “un faro, un amico, un fratello, un padre”. Andrew ha anche aggiunto: “Che fortuna che ho avuto a conoscerti Andrea”.
Il rito funebre si è svolto in prossimità della pedana del salto in alto. È proprio da lì che Andrea ha spiccato il suo ultimo volo verso il cielo, dove da adesso in poi ci sarà da ritrovare vecchi amici e organizzare eventi così come ha fatto per tutta la vita. E mentre il sole continua a scaldare il suo campo uno striscione sventola, fiero di essere ai piedi della sua gigantografia: “Semplicemente Grazie”. Foto: Emiliano GRILLOTTI ©