Ci sarà alle 15 la cerimonia per l’ultimo saluto ad Andrea Milardi, morto a 70 anni dopo una lunga malattia, papà dell’atletica Studentesca. Ad officiare la funzione religiosa ci sarà il vescovo Domenico Pompili e ad ospitare l’ultimo saluto, che si preannuncia senza precedenti per partecipazione, si terrà al Camposcuola Raul Guidobaldi di Rieti. Andrea, al termine della cerimonia, riposerà nel cimitero di Contigliano. Andrea ha chiesto che non siano donati fiori ma offerte alla sua creatura sportiva, la Studentesca.
È stata affissa dal Comune di Rieti, su idea del sindaco Petrangeli, una gigantografia di fronte alla sede della società, al Guidobaldi.
Pubblichiamo il pensiero su Andrea Milardi dell’Assessore allo Sport del Comune, Vincenzo Di Fazio.
In questa giornata così triste per la nostra città e per l’intero mondo dell’atletica leggera nazionale, tutti noi reatini dobbiamo sentirci addosso l’eredità che Andrea Milardi ci lascia.
Una visione la sua che ha declinato i valori umani nello sport in tutte le sue sfumature.
Un grande tecnico certamente, ma prima di tutto un grande educatore, un padre per tanti ragazzi, un sostegno per tante famiglie.
Esemplare la sua opera di coinvolgimento delle scuole e dei più piccoli, le sue manifestazioni di gratitudine nei confronti degli insegnanti, dei giudici e dei volontari o collaboratori tecnici che nelle svariate occasioni hanno contribuito alla riuscita delle attività.
Punto di riferimento per svariate generazioni, esempio di grande umiltà e di fierezza, la sua figura emanava sensazioni positive a chiunque perché portatrice di grandi valori.
Tutti lo rispettavano e ammiravano.
Ci spronava sempre a far meglio e i suoi consigli erano preziosi. Come amministratore sentirlo vicino dava sicurezza.
Una vita spesa per i giovani e per la sua città che amava profondamente, che anche grazie a lui è diventata una capitale dell’ atletica con decine di migliaia di presenze ogni anno.
Un uomo dalla grande intelligenza, capace di creare un gruppo, quello dell’atletica studentesca, che, come sempre orgoglioso mi diceva, sarà in grado di continuare la sua opera.
E tutti noi reatini, che lo abbiamo amato, dovremo fare il massimo affinché questo progetto, che incarna lo spirito di Andrea, vada avanti.
Lo dobbiamo a lui e ai suoi familiari.
Perché Andrea è sempre li, pronto per un urlaccio se ci vede distratti per farci tornare in corsia..
E se vogliamo salutarlo o se vogliamo sentirlo vicino basta passare al camposcuola.. Foto: Carrozzoni ©