“Vorremmo essere conosciuti in Italia per ben altri record. E invece, in questi giorni, sono usciti i Rapporti dell’Osservatorio Nazionale della UIL che ci fanno sapere che Rieti è la città italiana con il maggior numero di cassintegrati con un aumento del 690,8%. Il capoluogo sabino “scoppia” di disoccupati e, da tre anni a questa parte, di ex lavoratori finiti in mobilità”. Così Alberto Paolucci, segretario provinciale della UIL.
Nel mese di settembre, in Italia, sono state autorizzate circa 61 milioni di ore di cassa integrazione (di cui 30,6 milioni di straordinaria, 17,8 milioni di ordinaria e oltre 12 milioni di deroga), che equivalgono ad una stima di 375 mila posti di lavoro salvaguardati.
Rispetto allo stesso mese del 2014, c’è stata una contrazione di ore autorizzate(- 38,1%) che ha investito indistintamente le 3 gestioni e le 3 macro aree A livello regionale, a fronte di una diminuzione generalizzata della cassa integrazione, nella Provincia Autonoma di Bolzano, in Molise e in Abruzzo, si è registrato un aumento rispettivamente dell’80,4%, del 47,1% e dell’8,7%. A livello provinciale va male tutto il sud.
Ci sono aumenti di cassintegrati allarmanti in 24 Province. Nelle prime 5 posizioni, per aumenti maggiori troviamo: Rieti (+690,8%), Agrigento (+529,5%), Latina (+362,2%), Siracusa (+259,6%) ed Enna (+172,9%). A Sondrio la maggiore flessione di ore di cassa integrazione (-99,8%).
“La richiesta di cassa integrazione diminuisce in tutti i principali settori produttivi e praticamente in tutta Italia, tranne a Rieti – continua Alberto Paolucci – più tardi la politica farà mea culpa e ammetterà come stanno realmente le cose e più tardi la nostra città potrà vedere la ripresa vera e non le chiacchiere. La città è in ginocchio. Serve un progetto nuovo, forte e chiaro. La Regione e il Comune di Rieti pensano di curare un malato terminale con l’aspirina”.
Foto (archivio): RietiLife ©