Molti enigmisti, giunti da tutta Italia nel centro sabino, città scelta dagli organizzatori, per l’annuale convegno dell’A.R.I., si son visti girare per il centro e soprattutto muoversi tra la Biblioteca Paroniana e l’Hotel Quattro Stagioni, il quartier generale. Gli organizzatori hanno portato moltissimi “cervelloni” nel cuore dell’Italia, ma anche il centro sabino nel cuore di moltissime persone.
La città di Rieti è stata coinvolta da tempo nell’iniziativa con i “Rebus in vetrina” e soprattutto con un corso svolto in quattro scuole reatine, dal titolo “Come si risolve un rebus”. Nella biblioteca Paroniana sono stati esposti rebus ideati dagli allievi, rebus ispirati dalle immagini tratte dal libro Matite reatine di Giuseppe Ravaioli, e rebus antichi e moderni.
È stata Zandalì, a fare gli onori di casa, insieme a Il Langense, Presidente dell’A.R.I., all’ironico e tagliente Tiberino, all’Assessore alla Cultura Annamaria Grazia Massimi, a Paola Cuzzocrea della Camera di Commercio di Rieti e a Gabriella Gianni, Direttrice della Biblioteca Paroniana.
E così incontri intensi e veri, gare (una prova riservata anche agli studenti) e premiazioni, ma tutto con sobrietà, intelligenza e simpatia, anche perché quando c’è fantasia, una scatola di scarpe può diventare una bellissima urna.
La città di Rieti si è anche arricchita di un altro significato, oltre al rebus del logo (lari, gabbiani, e arieti: l’ARI a Rieti) infatti è stato ricordato che Eugenio Montale nella poesia “Al mare (o quasi)” compresa nella raccolta Quaderno di quattro anni, al verso 20 usa la parola REATINI con il significato di scriccioli. Foto: ARI ©