Confagricoltura Viterbo-Rieti ha scritto all’Amministrazione Provinciale affinché si attivi per consentire alcune giornate di pre apertura della caccia al cinghiale durante il mese di ottobre al fine di alleviare la situazione di criticità presente, attraverso l’abbattimento di diverse centinaia di capi e la dispersione di parte dei gruppi di animali, come già avvenuto in anni passati.
È il Presidente Giuseppe Ferdinando Chiarini che, sollecitato dalle numerose segnalazioni dei soci per i danni provocati dai cinghiali, ha deciso di passare all’azione, prima attraverso un tentativo di collaborazione con la Provincia e successivamente denunciando le inadempienze di Regione e Provincia agli organi competenti.
“I danni causati dai cinghiali sono oramai insostenibili per il settore,” afferma il Presidente Chiarini “e non si limitano più solo alle coltivazioni di mais, girasoli, erbai, vigneti, noccioleti, prati pascolo, etc., ma in alcuni casi si rilevano anche danni alle strutture quali impianti di irrigazione sotterranei, steccati e siepi, senza tralasciare i rischi per l’incolumità pubblica per la circolazione su alcune strade.”
La dissennata introduzione di cinghiali provenienti dall’est Europa che hanno trovato un ambiente favorevole, la veloce riproduzione e l’assenza di competitori naturali ha fatto sì che l’incremento numerico dei capi sia stato rapidissimo; tali animali non trovando risorse alimentari sufficienti nei boschi utilizzano le produzioni agricole con danni gravissimi per l’agricoltura.
“La gestione della fauna selvatica – ha concluso Chiarini- deve entrare in una fase progettuale in sintonia con le attività produttive ed i cittadini, ma le ultime dolorose vicende hanno dimostrato esattamente il contrario; è giunto il momento di pensare al problema in termini concreti e dare attuazione alla nuova legge sulla fauna selvatica”. Foto (archivio) RietiLife ©