NPC, ARRIVA IL PLAY-GUARDIA PARENTE: “CON GALLINARI RIMASI IMPRESSIONATO DAL TIFO REATINO”

Un tassello dopo l’altro la NPC Rieti, targata Serie A2, comincia a prendere forma e dopo la riconferma di Feliciangeli e Benedusi e l’ingaggio del giovane play azzurro Della Rosa, recluta un giocatore abile ed esperto per la categoria, il play-guardia Davide Parente, uno a cui piace creare in campo, ma che sa mettersi a servizio della squadra, uno a cui piace anche attaccare e se possibile tirare da fuori area, uno che non si tira indietro davanti alle responsabilità, ma soprattutto un atleta che sul parquet si diverte e fa divertire. Torinese, ma solo di nascita, Parente, quasi 32 anni, 187 centimetri, vive e cresce a Vasto in una famiglia di cestisti, non solo il padre infatti, ma anche suo fratello maggiore Daniele hanno giocato a basket ad ottimi livelli.

LA CARRIERA – Parente, come il fratello, comincia nel settore giovanile Vastese e comincia presto a fare la spola con la vicina Pescara. Milita nelle categoria cadetti, juniores e la C1, con cui viene a giocare anche contro Contigliano. Dalla C1 viene arruolato direttamente A2 da Ragusa dove resta due anni. Attraversando da un estremo all’altro la penisola, Davide si piazza per tre stagioni a Pavia con cui viene a giocare contro Rieti diverse volte. Si sposta poi a Vigevano, a Fidenza, a Castelletto Ticino e a Recanati, infine approda a Lucca dove ottiene due promozioni in tre anni: dalla B2 alla allora Lega Silver. La scorsa stagione è stato uno dei protagonisti della promozione in serie A2 con Siena che sul campo di Forlì ha battuto Agropoli.

LE PRIME PAROLE – “Sono molto contento di venire a Rieti, perché è una piazza storica della pallacanestro e negli ultimi anni ha dimostrato di avere ancora viva quella fame di basket che l’ha sempre caratterizzata e la promozione lo testimonia. Sono molto contento di poter rappresentare una città che ama così tanto la pallacanestro”
Tra le varie possibilità che avevi quale è stato l’elemento decisivo a favore di Rieti?
“A me non piace andare, tanto per andare, ho sempre avuto la fortuna di poter scegliere la destinazione ed ho sempre scelto realtà dove si potesse lavorare bene e con progetti ambiziosi. Ho scelto Rieti anche per questo, perché è un ambiente stimolante e a me piacciono le sfide e vivere in un posto in cui si respira pallacanestro”.
Quando pensi a Rieti consa ti viene in mente?
“Mi viene in mente questo aneddoto: lo scorso inverno, a cena tra compagni di squadra, si parlava dei palazzetti più rumorosi d’Italia. Io ho detto Rieti, mi ricordavo infatti di quando giocavo a Pavia con Danilo Gallinari e venimmo a Rieti: c’era talmente tanto baccano che
non si sentivano neanche i fischi degli arbitri. Una città così, anche per i giocatori, è uno stimolo in più”.
Chi conosci della squadra?
“Conosco Picchio perché ci ho giocato contro diverse volte e poi lui ha giocato con mio fratello a Brindisi, tra l’altro a Forlì ci eravamo promessi che in caso di vittoria ci saremmo mandati una fotografia con i sigari in bocca. Gliel’ho mandata”.
Cosa ti aspetti dalla prossima stagione, da te e dalla squadra?
“A livello personale cercherò di fare quello che ho sempre fatto e cioè giocare al massimo di quello che riesco a fare, senza mai tirarmi indietro. A livello di squadra ancora non so che tipo di squadra saremo, ma qualunque saranno gli obiettivi della società, quello sarà solo il punto di partenza. Tutto quello che verrà di più, sarà guadagnato”.
Vuoi mandare un saluto ai tifosi reatini?
“Sicuramente! Non vedo l’ora di poter giocare davanti a loro ed il prima possibile verrò a Rieti per conoscere la gente, cominciare ad ambientarmi ed integrarmi nella realtà cittadina. Ho veramente tanta voglia di cominciare”.

Foto: Paolo Lazzeroni ©

Print Friendly, PDF & Email