“Pasquale da Cittaducale”, nella sua consueta rubrica indipendente su RietiLife, esprime il proprio parere sulle ultime vicende di attualità.
(di Pasquale da Cittaducale) Interessante, densa di contenuti e significati e, in un certo senso, innovativa. L’ho trovata così l’enciclica di Papa Francesco che ogni giorno conferma la sua grandezza, la sua voglia di vita, di amore e di fratellanza. “Laudato sì” conferma, semmai ce ne fosse stato bisogno, lo spessore umano di un Pontefice che vuole fortemente cambiare alcune regole e ridare alla chiesa, e al suo pensiero, una nuova pelle. Tutto bello, tutto vero. Belle le parole, profondi i temi argomentati con dovizia di particolare e conoscenza dei dettagli: si passa dall’ecologia all’economia, dal bene comune alle banche. Un discorso ampio che di sicuro servirà per risvegliare le sopite anime di chi con quegli argomenti ha a che fare: nel bene o nel male. Non voglio sostituirmi a nessuno, non voglio commentare o ri-commentare quanto detto e scritto da altri, vorrei soltanto soffermare il mio pensiero, comune a moltissimi, circa il totale disinteresse da parte della chiesa e del suo Capo, riguardo il dramma dei migranti che stanno invadendo l’Italia in una marasma di complicazioni e difficoltà giornaliere tali da mettere in ginocchio città come Roma e Milano. Mi sarebbe piaciuto da parte del Papa un interessamento più forte e più diretto su una vicenda di bibliche proporzioni. Invece niente, sull’enciclica non v’è traccia o riferimento alle migliaia di persone in balìa del nulla, in attesa di non si sa cosa in posti di fortuna perlopiù senza servizi e aiuti immediati e, in alternativa, coi mitra spianati contro. Fortuna che il grande cuore degli italiani, che non sono per nulla razzisti, ha dato vita ad una corsa all’aiuto in una sorta di dovere di solidarietà comune. “Non costruite muri, ma ponti”. Così si era espresso in un Angelus da San Pietro il Pontefice che, però, in questo caso da solo consigli e non passa alle vie di fatto. Voglio telefonargli, voglio fortemente parlare con lui (e ci riuscirò) per chiedergli il perché di questo disinteresse totale, in termine di aiuti concreti, nei confronti di un dramma epocale. Non voglio attaccare il Papa, ci mancherebbe altro, ma intendo sottolineare e domandare a lui, e quindi anche alla chiesa, come mai questa gente tranne che spiritualmente dalla chiesa non riesce ad ottenere nulla? In molti hanno atteso l’intervento del Pontefice il quale potrebbe mettere a disposizione luoghi, aiuti e manodopera in diverse località. In questi giorni, specie da quando i flussi migratori sono aumentati, ho ascoltato solo parole da parte di vescovi e preti i quali invece di attuare qualcosa di concreto si sono limitati a… portare la parola del Signore. Eppure di posti e soldi il Vaticano ne dispone a iosa, sai quante località ci sono dove la chiesa possiede beni? Sai quanti conventi e scuole sono vuoti? Invece nulla. Nessuno a partire dal Papa ha offerto aiuto, un ricovero dove sfamare e rivestire questa povera gente che rischia di morire di stenti o di malattie. Bambini e donne lasciati alla berlina, “detenuti” dentro androni di stazioni, tende da camping, o sulle spiagge di Ventimiglia coi fucili dei francesi puntati contro. No, io mi aspettavo di più. Mi aspettavo che Bergoglio si attivasse in maniera diversa e che esortasse i suoi a fare e dare di più anche per dare lustro al nuovo ipotetico corso della chiesa e, perché no, far dimenticare i brutti affari legati ai preti pedofili. Manco per niente. Tutto rimane com’è. Tutto rimane nelle mani della gente di buona volontà che tenta di fare ogni giorno il possibile. E anche di più. Foto (archivio) RietiLife ©