(di Sabrina Vecchi) Cos’è uno sguardo diverso? Un modo alternativo di pensare e di vivere? O semplicemente il saper assaporare le cose, anche quelle piccole ed apparentemente insignificanti, in maniera del tutto emozionale vivendo le situazioni con la purezza del proprio essere senza filtri di opportunismo o convenzionalità? Stefano Ciancarelli, 48 anni, reatino da lungo tempo attivo nell’ambito artistico, editoriale e sociale, ce lo chiede e se lo chiede nel suo libro “Sguardi diversi”, edito Varzi e presentato con successo lo scorso anno in città alla presenza tra gli altri del noto giornalista Fabio Zavattaro. A giugno il volume verrà presentato a Sora dove Ciancarelli è stato contornato da grande favore anche da parte di diverse associazioni no profit che operano nel campo dell’infanzia disagiata, non ultimo perché “Sguardi diversi” sostiene progetti volti a favore di minori in difficoltà a cui devolve gran parte parte dei proventi editoriali.
Stefano Ciancarelli auspicherebbe che il progetto, promosso a Sora dall’associazione “Proviamoci un po'”, e di prossima realizzazione in altri Comuni, venisse valutato anche a Rieti magari all’interno degli eventi di “Rieti città amica dei bambini”.
L’idea è quella di un parco giochi per l’infanzia di tipo “inclusivo”, ovvero accessibile a tutti i bambini, inclusi quelli colpiti da disabilità. Ciò può essere realizzato a costi sostenibili, grazie ad esempio a percorsi tattili, scivoli forniti di corsie studiate o vasche con bordi appositamente rialzati, e altre piccole migliorie ed aggiustamenti dei giochi.
Un parco che non nasca quindi in automatico come “escludente” poiché strutturalmente riservato ad un’infanzia non inficiata da disagi, ma abbracci la visione più ampia di un ambiente ludico che offra l’opportunità a bambini normodotati e non, di usufruire del diritto al gioco nel medesimo istante e nel medesimo luogo, insieme. Per poter “guardare”, come scrive Ciancarelli, “lo stesso orizzonte” e “saper cogliere lo stesso tramonto”. Oltre tutti i confini.
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Stefano Ciancarelli auspicherebbe che il progetto, promosso a Sora dall’associazione “Proviamoci un po'”, e di prossima realizzazione in altri Comuni, venisse valutato anche a Rieti magari all’interno degli eventi di “Rieti città amica dei bambini”.
L’idea è quella di un parco giochi per l’infanzia di tipo “inclusivo”, ovvero accessibile a tutti i bambini, inclusi quelli colpiti da disabilità. Ciò può essere realizzato a costi sostenibili, grazie ad esempio a percorsi tattili, scivoli forniti di corsie studiate o vasche con bordi appositamente rialzati, e altre piccole migliorie ed aggiustamenti dei giochi.
Un parco che non nasca quindi in automatico come “escludente” poiché strutturalmente riservato ad un’infanzia non inficiata da disagi, ma abbracci la visione più ampia di un ambiente ludico che offra l’opportunità a bambini normodotati e non, di usufruire del diritto al gioco nel medesimo istante e nel medesimo luogo, insieme. Per poter “guardare”, come scrive Ciancarelli, “lo stesso orizzonte” e “saper cogliere lo stesso tramonto”. Oltre tutti i confini.
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