Le voci dai coach dal palasport di Montegranaro, dopo gara 4 vinta 67-64 dalla Npc Rieti contro i padroni di casa. Un successo che chiude la serie sul 3-1 e consegna a Rieti la finale contro l’Eurobasket Roma.
Coach Nunzi: “L’onore delle armi va a loro. La società è composta da persone super per come si sono comportati in queste sei partite: allenatore, squadra, tutti. Giocare partite di questa intensità, con lealtà, non è facile. Onore a Montegranaro che ha fatto un campionato strepitoso ed il merito è di coach Steffè. Per quanto ci riguarda abbiamo fatto un altro passo di avvicinamento alla finale che comincerà tra da dieci giorni contro una squadra (Eurobasket ndr) che è cresciuta tantissimo e che merita assoluto rispetto. Abbiamo fatto una partita con una presenza fisica completamente diversa rispetto a venerdì, quando abbiamo concesso in seconda chance 20-24 punti, oggi invece 6. Abbiamo fatto un ottimo terzo quarto, ma poi abbiamo avuto momenti di poca presenza mentale. Emblema della nostra poca lucidità è stato quando negli ultimi secondi, palla in mano a Gatti, urlavamo dalla panchina:”Fallo, Fallo” ed invece abbiamo concesso al loro miglior tiratore di tirare. È in questo il miglioramento che dobbiamo cercare in vista delle finali”.
Coach Steffè (Montegranaro). “La partita è stata nervosa, emotiva, l’abbiamo sentita, abbiamo trovato con poca fiducia i canestri che troviamo di solito in transizione. Abbiamo subìto contropiedi, forzato tiri, in attacco spesso abbiamo spezzato i giochi, per merito di Rieti, tanto da non riuscire a muovere la palla come avremmo voluto. Abbiamo fatto diversi errori da due punti, soprattutto nei primi due quarti. Quando perdi di tre vedi queste cose. L’arbitraggio è stato strano. In queste partite gli arbitri dovrebbero non vedersi. Quanto influenzeranno tre tecnici? Do merito prima di tutto agli avversari. Hanno giocato con grande intensità, hanno trovato dei tiri per Iannone che con grande freddezza ha messo i tiri liberi. Noi nel recupero di fine quarto quarto avremo dovuto essere più bravi a non concedere rimbalzi in attacco e
secondi tiri. La cosa che mi fa piacere è che questo gruppo qua, come dico da quattro mesi, ha fatto sempre dei sacrifici e ognuno di loro può essere orgoglioso dell’anno che ha fatto non solo come giocatore, ma anche come uomo. Io faccio questo lavoro perché mi piace, spesso noi allenatori siamo soli come dei cani, con la famiglia a 500 chilometri, avere un gruppo così dà un senso a quello che facciamo. Ringrazio i ragazzi, il mio staff, il general manager, la dirigenza, tutte persone con le quali è un piacere costruire qualcosa. È bello vivere queste emozioni. Complimenti anche al pubblico. Ringrazio Luciano per la sua correttezza, è bello giocare contro di lui”.
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