In merito ad alcune notizie apparse nei giorni scorsi sui locali organi di stampa, il Centro Appenninico del Terminillo «Carlo Jucci» – Centro di Servizio dell’Università degli Studi di Perugia operante a Rieti da oltre mezzo secolo nel campo della ricerca bioagronomica e delle sue applicazioni – precisa che il peperoncino “Sabino”, più volte menzionato, è attualmente solo una prospettiva sulla quale da tre anni si sta lavorando esclusivamente al Centro Appenninico.
Per il rigore scientifico cui sempre deve attenersi una ricerca valida, è prematuro parlare di qualità organolettiche, di (futuribili) impieghi pratici, di associazioni a prodotti dop locali, in quanto Università di Perugia e Centro Appenninico dopo aver realizzato e, successivamente, osservato il frutto di diversi incroci inter e intraspecifici, hanno provveduto a un’attenta valutazione dei risultati. Quest’anno, per la prima volta, è stata ottenuta una pianta che potrebbe rispondere alle caratteristiche di adattabilità, sapore, produttività e di resistenza ai patogeni, che erano poi alcuni degli obiettivi della sperimentazione.
Si precisa che per ottenere una varietà stabile e uniforme nel tempo, oltre alle più rigorose tecniche sperimentali, si ha bisogno di un’attenta valutazione e di accorgimenti che evitino “l’inquinamento della coltivazione” con polline indesiderato.
I PROGETTI Il lavoro viene portato avanti nell’ambito di 2 progetti di ricerca (“Vapesab” e “Pepic”), uno relativo al PSR della Regione Lazio, l’altro finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, che ha nel prestigioso CRA di Pontecagnano (SA) il suo capofila, ed è attualmente in dirittura d’arrivo. Per il rispetto delle regole imposte dalla Scienza ci sarà bisogno di valutare i dati della ricerca, osservarne i risultati, prima di poter offrire agli agricoltori locali un prodotto dalle caratteristiche certe di unicità e stabilità nel tempo.
L’OBIETTIVO È obiettivo del Centro Appenninico C. Jucci di Rieti e dell’Università di Perugia giungere in tempi brevi alla conclusione della ricerca, motivo per cui sono state già avviate le complesse pratiche burocratiche imposte per l’iscrizione al Registro Nazionale delle Varietà, di una nuova linea/cultivar/ecotipo di peperoncino. Sarà compito del Centro Appenninico del Terminillo fornire ai tecnici dell’Ente preposto all’accoglimento della richiesta di iscrizione di una nuova varietà, notizie sul patrimonio genetico dei genitori da cui sarà ottenuto il peperoncino “Sabino”, sulla sua conservazione in purezza e sulle migliori metodologie di coltivazione che dovranno essere adottate.
IL CAMPO CATALOGO Contemporaneamente allo studio sul “Sabino”, il Centro Appenninico del Terminillo da anni cura presso i propri Campi Sperimentali di via Comunali 43 in Rieti, la realizzazione di campi catalogo unici nel proprio genere, in cui vengono coltivate contemporaneamente tutte le varietà conosciute nel mondo delle diverse specie di peperoncino.
Ringraziando per l’attenzione si sottolinea come l’unico scopo di questa nota risieda nel fatto che una struttura universitaria non possa prescindere dal rigore scientifico del suo operato, motivo per cui notizie che possono suscitare interesse o creare facili aspettative nel mondo produttivo o economico, devono prima essere sottoposte alla verifica che solo una scrupolosa ricerca può garantire. Foto: RietiLife ©