Le associazioni ambientaliste frenano sul Progetto Terminillo (leggi). In una nota, il Wwf e le altre associazioni spiegano di non essere d’accordo con il progetto, o con parte di esso. Prosegue, dunque, l’ostilità degli ambientalisti in merito alle modalità previste per il rilancio della montagna reatina (leggi).
“Il WWF Lazio, insieme ad altre associazioni COME CAI GR Lazio, Altura Lazio, Federtrek, Italia Nostra, LIPU Rieti, Mountain Wilderness, Forum Salviamo il Paesaggio Rieti e Provincia, European Consumers, Rieti Virtuosa, INACHIS Rieti,Postribu, ha presentato alla Regione Lazio e alla Provincia di Rieti le osservazioni alla Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.) del progetto “Terminillo Stazione Montana”, un progetto che prevede un consistente ampliamento – praticamente un raddoppio – delle aree sciabili all’interno della ZPS (Zona di Protezione Speciale) dei “Monti Reatini” e dei SIC (Siti di interesse Comunitario della Rete Europea Natura 2000) “Bosco di Vallonina” e “ Gruppo Monte Terminillo”.
Il progetto Terminillo risulta parzialmente finanziato dalla Regione Lazio (circa 20 milioni di euro; ma per realizzare l’imponente novero delle opere progettate ce ne vorranno più del triplo) e fa seguito ad un analogo progetto che ha già ricevuto, nel marzo 2010, una decisa bocciatura dalla Commissione V.I.A. della Regione Lazio; si fa fatica a capire perché una parte della Regione Lazio continua a spendere soldi pubblici per la redazione di progetti che un’altra parte della stessa amministrazione boccia in quanto non compatibili con le caratteristiche ambientali e territoriali del Terminillo. Il progetto fa acqua da tutte le parti ed è auspicio del WWF Lazio che i dirigenti e funzionari della pubblica amministrazione che lo esamineranno – l’area non solo è protetta da Direttive Comunitarie ma anche da vincolo paesaggistico – lo ritengano incompatibile esattamente come i loro predecessori.
Le osservazioni hanno in primo luogo rilevato carenze di natura procedimentale e contraddizioni con la disciplina europea e regionale. Anzitutto, per la sua natura, il Progetto Terminillo avrebbe dovuto seguire le procedure tipiche dei programmi di interventi, e dunque la procedure di Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.) e non di V.I.A. (che si applica a singoli progetti). In seconda battuta, i proponenti del progetto ritengono di poter rientrare nelle deroghe previste dal Piano Paesaggistico Regionale, che ammette “modesti ampliamenti” del demanio sciabile in quanto, dai loro calcoli, il demanio sciabile aumenterebbe di un po’ meno del 12%. Premesso che il 12% non è un “modesto ampliamento”, Il WWF Lazio e le altre associazioni hanno ripercorso i calcoli dei proponenti e hanno dimostrato che l’ampliamento è circa del 117%. Analoghi errori di calcolo sono stati fatti in merito alla distruzione degli habitat tutelati dalla Direttiva europea che, sempre in base alle misurazione fatte dagli osservanti, aumentano di oltre tre volte e mezza. Ma c’è di più. I proponenti presentano misure compensative (ripiantiamo quello che distruggiamo) non solo insufficienti ma anche senza considerare che tali misure compensative debbono essere assentite a livello europeo; e di tale procedura non c’è traccia negli atti.
Altre osservazioni riguardano aspetti sottovalutati o non compiutamente sviluppati negli elaborati di progetto, aspetti in ogni caso molto importanti per il cittadino sia sotto il profilo della mobilità ma anche sotto quello della sicurezza dalla caduta di massi e valanghe. L’ultimo insieme di osservazioni riguarda aspetti (le ricadute economiche del progetto ed il business plan) che sono stati considerati di grande rilievo dalle associazioni osservanti per motivi facilmente comprensibili.
Sotto il profilo della redditività economica, il progetto appare molto poco motivato, e per “reggersi in piedi” ha bisogno di una utenza pari a circa 20 volte quella attuale. Che tale scenario sia improbabile lo capirebbe chiunque, e questo apre problemi molto concreti. Anzitutto si sta parlando di risorse pubbliche e i modi di impiego di risorse che sono frutto del lavoro dei cittadini vanno accuratamente valutate da chi – dai cittadini stessi attraverso il voto – è chiamato ad amministrarle. Non sono ammesse approssimazioni in merito agli esiti dell’impiego di risorse pubbliche. In seconda battuta va evidenziato come un soggetto pubblico debba occuparsi non solo della redditività degli investimenti che promuove – che nel caso del Progetto Terminillo risulta oggettivamente aleatoria – ma anche della dissipazione delle risorse ambientali e territoriali che esso comporta, anche in riferimento a possibili alternative di impiego. E ciò non è stato fatto. Una terza ragione deriva dalla considerazione che – nella stesura del “Progetto Terminillo” – i proponenti abbiano insistentemente fatto riferimento a risvolti occupazionali che – almeno nelle modalità e quantificazioni proposte dagli studi economici del progetto – risultano sostanzialmente infondati (basti pensare alla quantificazione della domanda attesa, 280 mila utenti/anno, non suffragata da alcuna analisi sulle situazioni pregresse ed attese). Questo – a parere degli osservanti – è molto grave, perché incide su un problema fondamentale per i cittadini, quello della occupazione, in merito al quale non sono ammissibili retoriche od approssimazioni; le associazioni osservanti si sentono in questo senso molto vicine ai cittadini, e non arretrano di fronte al compito di esprimersi in campi che solo un approccio superficiale (o peggio strumentale) può considerare separati dalla questione ambientale”. Foto (archivio) RietiLife ©