La sezione edili di Unindustria Rieti ed il suo presidente Giorgio Perotti, fanno il punto sulla prolungata crisi del settore delle costruzioni e delle opere pubbliche. La cronaca di questi ultimi giorni ha regalato alla provincia di Rieti il triste primato della quinta posizione, a livello nazionale, per l’incremento percentuale relativo ai dati della cassa integrazione. Un incremento rispetto al 2013, del 44%, pari a 2.364.000 di ore non lavorate, come cita il rapporto Istat sul 2014. “Oltre due milioni di ore – sottolinea il Presidente della Sezione Edili, Giorgio Perotti – equivalgono a più di 1.350 persone che, nel 2014, non hanno lavorato, con una perdita di reddito, per l’economia locale, di circa 16 milioni di euro. Il sistema continua a reggere grazie all’istituto della cassa integrazione, ma per quanto ancora potrà andare avanti così? Sono ormai 7 gli anni consecutivi in cui i dati congiunturali peggiorano e purtroppo oltre ai tanti ‘desiderata’ ben poco si sta muovendo. Pensiamo al settore delle costruzioni e dei lavori pubblici – continua Perotti – con 18.000 imprese perse in un solo anno, con 68.000 imprese ed 800.000 lavoratori in meno tra il 2008 ed il 2013. Il sistema delle costruzioni ha registrato una contrazione del 7,6%; la più elevata tra tutti i settori produttivi; l’industria ha riportato una caduta del 3,7% mentre il terziario dell’1,5%. La nostra Cassa Edile, infatti, evidenzia una diminuzione, tra il 2009 ed il 2014, del 41% delle ore lavorate, del 36% dei lavoratori iscritti, del 31% delle imprese iscritte e del 36% della massa salari. Insomma più di un terzo del settore delle costruzioni edili della provincia di Rieti non esiste più. Una vera e propria emorragia di posti di lavoro che prosegue nel silenzio e disinteresse dei più, quasi i nostri lavoratori fossero lavoratori di serie B. Quali le cause: la pressione fiscale abbattutasi sul patrimonio immobiliare, il fenomeno della spending review che ha prodotto il sostanziale azzeramento degli investimenti in opere e manutenzioni, lasciando tuttavia inalterati i costi delle strutture. Infatti mentre la spesa corrente dello Stato sale del 34% l’investimento per le nuove infrastrutture crolla, dal 1990, del 66%. La viabilità e le scuole non sono messe in sicurezza, continua il degrado generale delle infrastrutture e delle periferie. Quali proposte e vie di uscita? Anzitutto allentare il patto di stabilità, liberare le risorse per le opere medio piccole, quelle subito cantierabili, attaccare il fenomeno, fin troppo diffuso, della corruzione che trasversalmente riguarda gli apparati della pubblica amministrazione, responsabilizzazione delle strutture e degli amministratori della pubblica amministrazione, sono alcuni aspetti sui quali intervenire. Tuttavia occorre essere chiari e realisti. Se il tema della scarsità delle risorse pubbliche è ormai un dato acquisito, non possiamo accettare più politiche volte al solo mantenimento di strutture ed apparati, che mantengono artificiosamente in vita Enti ed Aziende pubbliche pur non producendo nulla. Il nostro mondo ed anche i nostri lavoratori chiedono più certezze e qualche diritto in più. Unindustria, da sempre propositiva in tutti i tavoli, da tempo agisce attraverso programmi di riorganizzazione e di implementazione quei fattori di competitività che influenzano l’attività delle imprese nel Lazio. Re-manufacturing è, in ordine di tempo, il più recente progetto – condiviso nei scorsi giorni con il Presidente Zingaretti e l’Assessore Fabiani – che ha il preciso scopo di spingere i territori verso processi di riposizionamento competitivo basato sul riequilibrio tra Roma ed i territori stessi. Non possiamo fare più da soli perché sono tanti, troppi, gli elementi che determinano la stretta dell’attuale crisi italiana ed è ormai ineludibile la necessità di ‘fare sistema’ per dare ai bacini di crisi una nuova opportunità ed ai progetti industriali, penso al polo logistico di Passo Corese, solide basi di avvio”. Foto (archivio) RietiLife ©