SVINCOLO MICIGLIANO, INTERROGAZIONE AL MINISTRO LUPI DAL MOVIMENTO 5 STELLE

Il Movimento Cinque Stelle presenta un’interrogazione sulla questione dello svincolo di Micigliano, a cura del portavoce alla Camera dei Deputati Alberto Zolezzi. Di seguito la nota resa pubblica dal Meetup Amici di Beppe Grillo “Grilli Parlanti di Rieti” a firma di Angelo Capobianco.

Mentre il progresso impone le sue regole invadendo lo spazio e rimaneggiandolo come se non avesse memoria, entra in crisi il delicato, secolare rapporto fra uomo e paesaggio”. Così il Prof. Salvatore Settis nel suo libro “Paesaggio, costituzione e cemento” esprime efficacemente il rapporto disarmonico tra storia e progresso speculativo. Tale attitudine alla distruzione per l’interesse privato dei pochi è continuamente testimoniato dalle opere infrastrutturali spesso inutili e mal funzionanti. Esempio fra tutti è la realizzazione di uno svincolo stradale, all’altezza del Km 113 200 della Salaria, abnorme per dimensioni, ad uso quasi esclusivo del piccolissimo comune di Micigliano (140 abitanti) in Provincia di Rieti. Attualmente la struttura incompleta risulta composta da soli 13 pilastri in cemento, distanti poche decine di metri dall’abbazia benedettina del X sec. Dc di Ss Quirico e Giulitta, fortemente voluta per sfuggire alle invasioni saracene. Due grandi Vincoli Ambientali, ZPS e SIC (ZPS IT6020005 Monti Reatini – ZPS SIC IT 6020013 Gole del Velino), rientranti nel Programma Natura 2000 della Comunità Europea, circondano l’area in oggetto. Nonostante ciò la Soprintendenza della Provincia di Rieti, in sede di conferenza dei servizi, autorizza la realizzazione della struttura viaria, per poi successivamente applicare la procedura di vincolo, secondo l’articolo 12 del D.lgs. 42/2004 quale vincolo puntuale e indiretto su tutta l’area interessata. Ma l’opera ormai in via di realizzazione finisce al TAR Lazio in un contenzioso tra Anas e Ministero dei beni e delle attività culturali che considera la Tutela superiore a qualunque azione costruita. Pertanto Il TAR impone il ripristino dei luoghi; da quest’obbligo emerge un nuovo stolto tentativo di raggirare la legge. Vengono scaricati migliaia di mc di inerti per riempire i vuoti creati dallo scempio in cemento con la pretesa di ricreare un ambiente collinare. Un’abbazia ricca di preziose reliquie e testimonianze storiche che aveva resistito ai saraceni, ai normanni, a un incendio, stava per soccombere alla malapolitica dell’Italia dei giorni nostri. Tutte queste ragioni hanno spinto il Portavoce 5 Stelle alla Camera dei deputati, Alberto Zolezzi, a esporre il Question Time, presso l’VIII commissione Ambiente, per sapere dal “Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, se, alla luce delle numerose criticità riportate in premessa, considerato che il sito è stato dichiarato di importante interesse culturale attraverso l’apposizione di un vincolo di tutela diretta e indiretta, non ritenga opportuno […] avviare il procedimento per la reintegrazione del bene monumentale nel sito tutelato paesaggisticamente ed il ripristino dei luoghi (articolo 160 del decreto legislativo n. 42 del 2004) al fine di attenuare la gravità del danno e ricondurre l’assetto dell’area alla situazione originaria, compatibile con la tutela e la valorizzazione dell’Abbazia. La risposta del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti risulta chiara e inesorabile: “Tra le soluzioni proposte dall’ANAS per mitigare l’inserimento dell’opera nel contesto ambientale, è stata prescelta d’intesa con tutti gli Enti interessati […] quella che prevede la sostituzione dello svincolo di Micigliano su piani sfalsati in viadotto, con una rotatoria dotata di adeguati rami stradali su rilevato, da realizzarsi il più lontano possibile dall’abbazia. Inoltre, è stata prevista le demolizione delle parti d’opere già costruite incompatibili con la nuova soluzione e la realizzazione di nuovi percorsi ciclo-pedonali, con la sistemazione di aree a verde”. Continuando il Ministro precisa che “i lavori relativi  allo svincolo […] prevedono anche la rimozione degli inerti provenienti dallo scavo della galleria S.Quirico …”. Lieti che il governo, questa volta, abbia saputo riportare il buon senso in ordine ai precetti dell’art. 9 della costituzione ricordandosi che “la Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”, Aspettiamo e controlliamo che i termini indicati nella risposta siano rispettati e gli impegni quanto prima realizzati. Foto (archivio) RietiLife ©

 

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