(La Repubblica Roma, Margherita D’Amico) Per la seconda volta in pochi mesi le autorità giudiziarie hanno posto sotto sequestro gli animali custoditi in numero esorbitante e pessime condizioni dentro un’ abitazione in provincia di Rieti. Le segnalazioni partono dalla Asl veterinaria di Poggio Mirteto. Decine di cani, gatti, equidi legati in giardino, stipati dentro sgabuzzini quando non minuscole gabbie. Anni addietro, nella stessa dimora, nota da tempo a inquirenti e autorità sanitarie, furono rinvenute persino scimmie. Patologia da accumulo della padrona di casa? L’ illusione malata di salvare gli animali spinge talvolta ad ammassarne ben oltre la reale possibilità di poter garantire loro condizioni di vita decenti. Accade dunque che le forze dell’ ordine incappino in situazioni raccapriccianti, dove malcapitati esemplari annaspano fra stenti e cadaveri. Stavolta però i reclusi sono perlopiù di razza; maschi e femmine non sterilizzati e rinchiusi assieme, cucciolate. Inoltre, nel lungo iter fatto di ispezioni e sequestri, a ogni controllo si riscontra un sostanziale avvicendamento di animali. Parecchi, anche anziani, spariscono senza chiara giustificazione, mentre altri prendono il loro posto. Si riscontra poi la costante presenza di cani (per i gatti non esiste anagrafe ufficiale, dunque è impossibile ricostruirlo) che in precedenza hanno avuto uno o più proprietari. Ceduti con disinvoltura di mano in mano, provengono in buona parte da Roma e dintorni. Il racconto degli irresponsabili padroni iniziali a cui si è risaliti sembrerebbe uguale, salvo piccole variazioni. Chi si scopre allergico, chi attribuisce la necessità di sbarazzarsi dell’animale all’ arrivo del secondo figlio: tutti, via Facebook o siti di compravendita, affidano l’ amico a quattro zampe a una sconosciuta. «Tanto gentile, disse che ci avrebbe pensato lei». Neppure uno si perita di verificare perlomeno il luogo di destinazione del cane: come pacchi, con tanto di cuccia e ciotola, gli animali vengono consegnati a un incrocio di strada e dimenticati. L’ indagine in corso attribuirà, si spera, debite responsabilità a ogni attore della sinistra vicenda. Foto (archivio) RietiLife ©