Nuovo appuntamento con la rubrica domenicale di Don Fabrizio Borrello. Ci sono degli eventi che rischiano di passare sotto silenzio e che invece meriterebbero di avere un’ampia eco sui nostri mezzi di comunicazione sociale. Lunedì 24 novembre, presso l’Auditorium Varrone, la Polizia di Stato organizza un Convegno che affronta una piaga molto seria, molto diffusa e purtroppo molto sottovalutata: i raggiri di cui sono vittime le persone anziane. Ogni giorno infatti nelle case dei nostri genitori, dei nostri nonni o dei nostri zii bussano alla porta o fanno chiamate telefoniche personaggi o aziende senza scrupolo con il preciso intento di battere cassa a spese delle tasche e dei risparmi di persone spesso facilmente influenzabili. Non si tratta più del borseggiatore in motorino che scippava la nonnina per strada, ma di personaggi ben istruiti e organizzati che mettono in atto strategie studiate a tavolino che sono anche, in alcuni casi, “a norma di legge” proprio per raggirare. Questo scenario, in inesorabile e drammatico ampliamento, apre tutta una serie di considerazioni che toccano da vicino la nostra società nazionale e soprattutto reatina. Innanzitutto è necessario constatare l’aumento della fascia di persone che definiamo appartenenti alla “terza età”. L’età media degli italiani si è alzata. La fascia degli over 65 inizia ad essere quella più numerosa, soprattutto perché l’Italia vanta il primato della più alta denatalità tra i paesi europei, con tutta una serie di conseguenze che toccano la sfera economica del nostro paese: conseguenze positive perché è sicuramente la fascia che, con la pensione assicurata, ha le risorse pur minime per far girare l’economia; conseguenze negative, perché è anche la fascia non più “produttiva”, perché totalmente a carico dello stato. Ma non sono queste le conseguenze che più mi interessano. L’aumento della sfera della terza età ci interroga soprattutto da un punto di vista sociale. Le nostre città con le strutture ed i servizi devono cominciare a ripensarsi proprio da questo punto di vista. La politica insieme alle altre realtà e istituzioni ha bisogno di prendere questo dato e metterlo al centro dei propri programmi. Se finora tutto è stato programmato e progettato a misura e a servizio di una fascia di popolazione attiva e produttiva, dinamica e spesso straimpegnata, oggi le esigenze iniziano ad essere altre. Se per esempio gli ambienti urbani prima erano finalizzati a garantire efficienza e produttività, oggi dovrebbero essere ripensati anche come luoghi di socializzazione per il tempo libero. Questo ripensamento dovrebbe anche coinvolgere il nostro modo di vedere e relazionarci con questa aumentata categoria di persone. Essendo infatti, per molti, la terza età la fase più lunga della vita va quindi ripensata concettualmente e culturalmente non più come la fase “finale” dell’esistenza ma come un periodo attivo e da riempire. Deve pertanto cambiare il modo con cui questa fase dell’età considera se stessa: deve sentirsi come parte vitale e vitalizzante la società, capace di dare un contributo fattivo e positivo. Deve anche trasformarsi il modo con cui le generazioni più giovani si rapportano ad essa, riaprendo e allargando un dialogo, costruendo una sorta di solidarietà generazionale in cui si può vivere in sinergia, con un reciproco e solidale scambio. Con questo convegno, la Polizia di Stato ha messo un primo tassello in tale direzione, dimostrando un’attenzione e un interesse serio e competente nei confronti di una porzione sempre più importante della nostra società. Don Fabrizio. Foto: RietiLife ©